La Nuova Sardegna

Sassari

«Veterinaria salva con cinquanta matricole»

di Andrea Massidda
«Veterinaria salva con cinquanta matricole»

Il rettore Attilio Mastino scrive al ministro dell’Università per chiedere di rimodulare il numero chiuso

09 febbraio 2014
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SASSARI. Per giustificare gli importanti finanziamenti necessari ad adeguare il corso di laurea agli standard di qualità europei (e dunque per sopravvivere) il dipartimento di Medicina veterinaria deve accogliere ogni anno almeno una cinquantina di nuovi iscritti, ossia il doppio di quanti ne sono previsti per l’anno accademico 2014-2015. Lo dice chiaramente il rettore dell’ateneo sassarese Attilio Mastino nel telegramma inviato venerdì sera al ministro dell’Istruzione e dell’Università Maria Chiara Carrozza, sperando che il governo faccia marcia indietro rispetto al taglio spaventoso di matricole (precisamente il 20 per cento) stabilito per decreto mercoledì scorso.

Per quanto riguarda il dipartimento turritano - considerato dal Censis tra i migliori d’Italia - è particolarmente penalizzante, tanto da apparire quasi come una punizione: proprio quando la meritocrazia, per non dire il buonsenso, lasciava legittimamente sperare in un aumento del numero delle iscrizioni, dal Miur si è proseguito con un incomprensibile il trend verso il basso. Così, se dieci anni fa l’allora facoltà di Medicina veterinaria poteva accogliere con il numero programmato ben 80 studenti, l’anno scorso è calata a 30 + 5 (extracomunitari) e ora - salvo ravvedimenti - si ritrova a poterne accogliere appena 24 + 4. In pratica quanto ne ospita una classe di un qualsiasi istituto d’istruzione superiore. Il che, è persino superfluo sottolinearlo - condannerebbe il dipartimento (unico in Sardegna) a una lenta agonia.

Tutte valutazioni che il rettore esplicita nel suo telegramma al ministro Carrozza. «La riduzione a 24 matricole, come anche la conferma a 30 matricole dell’anno precedente- si legge nel messaggio inviato al Miur - porrebbe il dipartimento di Medicina veterinaria di Sassari all’ultimo posto nel Paese. E tali dimensioni sarebbero insufficienti per la Sardegna, che vanta alte tradizioni zootecniche e specifiche biodiversità animali».Infine Mastino ricorda che lo scorso anno lo stesso dipartimento sassarese non ha potuto usufruire dell’incremento degli iscritti, come altri, in attesa della positiva valutazione da parte della commissione dell’European association of establishment for veterinary education. Esame che a maggio del 2013 è stato brillantemente superato. Ora la parola passa al ministro. Ma direttore, docenti e studenti sono già sul piede di guerra.

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