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Sassari

Colpo di coda della giunta Cappellacci: approvato il piano paesaggistico. Pigliaru: «Delibera di cartone a fini elettorali»

Colpo di coda della giunta Cappellacci: approvato il  piano paesaggistico. Pigliaru: «Delibera di cartone a fini elettorali»

Alle soglie del voto, via libera alla revisione del documento varato da Soru recentemente impugnata dal Governo. Gli ambientalisti: «Approvazione magliara: manca la Vas, delibera senza valore giuridico». Il sottosegretario Borletti: «È solo propaganda elettorale»

14 febbraio 2014
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CAGLIARI. Via libera dalla giunta regionale, guidata da Ugo Cappellacci, alla definitiva revisione del Piano paesaggistico regionale della Sardegna, adottato per la prima volta nel 2004 dalla giunta Soru.

Il provvedimento è stato adottato questa mattina nell'ultima seduta dell'esecutivo prima delle elezioni regionali di domenica.

La prima delibera di revisione del Ppr di fine ottobre è stata impugnata dal governo nazionale davanti alla Consulta.

La delibera è stata approvata nonostante la mancanza della Valutazione ambientale strategica (Vas), quindi è priva di effetti validi sul piano giuridico. 

«Aspettiamo a breve il parere sulla Vas - spiega il capo di gabinetto dell'assessorato all'Ambiente, Massimiliano Tavolacci - che potrà essere inserito nel provvedimento prima della pubblicazione sul Buras e non dovrebbe ripassare in Giunta». Rispetto alla revisione dell'ottobre 2013, ora sono state accolte 70 delle 350 osservazioni depositate da ambientalisti e cittadini.

La principale differenza con il vecchio piano Soru, riguarda la correzione dei beni paesaggistici vincolati. Nel 2004 erano 10mila, numero che è stato confermato ma sono stati corretti 6mila errori nella cartografia. «Alcuni beni vincolati erano segnati tre volte in posti diversi - spiega Tavolacci - un esempio per tutti, può essere la grotta della Vipera a Cagliari in viale Sant'Avendrace».

Cambiamenti anche per i cosiddetti «centri matrice», vale a dire i centri storici. Nel piano precedente i centri erano tutti vincolati nello stesso modo, adesso sono stati differenziati in due categorie: «I centri storici di estremo pregio, come le città regie, e quelli che hanno di fatto meno pregio culturale dal punto di vista edilizio e urbanistico. Sono anche questi vincolati, ma con procedure facilitate per gli interventi», chiarisce il capo di gabinetto.

Nella revisione appena approvata si è poi intervenuti sulle norme di salvaguardia, un tema caro agli ambientalisti che avevano accusato Cappellacci di ridurre la tutela sospendendo l'approvazione dei Piani urbanistici comunali (Puc). Il vecchio piano vincolava i Comuni ad adeguarsi al Ppr prima dei vari interventi. Il documento appena approvato permette, invece, di andare avanti a stralci rispettando le norme di tutela attuali anche senza il Puc.

Cappellacci. «In questi mesi  abbiamo assistito a comportamenti scomposti sia da parte di alcune singole associazioni ambientaliste, sia da organi del Governo nazionale, sia da parti politiche avverse che hanno il solo interesse di difendere le proprie posizioni piuttosto che il bene della collettività. A tutti loro abbiamo risposto con la concretezza degli atti e con la trasparenza dei documenti. Per completare l'iter di revisione del Piano abbiamo scelto, al contrario di chi ci ha preceduto, la strada delle regole, della condivisione e dell'ascolto. È stata una strada difficile resa ancora più tortuosa da chi non vuole ascoltare e non si vuole confrontare, ma alla fine abbiamo portato a termine un percorso che ci è stato chiesto dal popolo sardo».

Pigliaru. «Si tratta di un'approvazione di cartone fatta per fini elettorali. Rimango a bocca aperta, hanno avuto cinque anni per fare le cose nel modo corretto, confrontandosi con il governo secondo le regole. Invece, nell'incapacità di questa Giunta, si è voluto forzare e di far finta di prendere decisioni che non si sono prese prima, ostenta disprezzo per le regole».

Gli ambientalisti.  Il Gruppo di intervento giuridico  parla espressamente di «approvazione magliara, credibile sul piano giuridico come una moneta da 7,35 euro». Il presidente dell'associazione, Stefano Deliperi, punta il dito sulla mancanza della Valutazione ambientale strategica (Vas), in questo modo, spiega, la delibera è «priva di effetti validi sul piano giuridico». Inoltre non è attualmente nè pubblica né pubblicata sul Buras, quindi «non è impugnabile autonomamente. Ma sarà impugnata nell'ambito dell'atto di adozione preliminare. Il ricorso è già pronto», conferma Deliperi. Secondo gli ambientalisti le modifiche al Piano paesaggistico di Soru sono un «autentico stravolgimento. Di fatto un vero e proprio far west nella parte più pregiata del territorio sardo».

Mario Bruno (consigliere regionale Pd).  «Cappellacci chiude confermando un bluff. Il presidente dall'inizio della legislatura ha ingannato i sardi con promesse e proclami, oggi, nell'ultima Giunta della sua gestione, approva in via definitiva l'ultimo grande obbrobrio: la finta revisione del Ppr».

Luciano Uras (senatore di Sel). «Sul Ppr di Cappellacci pesa l'impugnazione fatta dal Governo nazionale davanti alla Corte Costituzionale. Tutta la procedura appare fortemente viziata sul piano della legittimità, oltre che essere indecente nel merito e sul piano politico».

Ilaria Borletti (sottosegretario al ministero dei Beni culturali). «L'approvazione del piano paesaggistico regionale della Sardegna da parte della Giunta Cappellacci, nonostante l'assenza di una valutazione di impatto ambientale e l'impugnazione da parte del Governo, suona come una provocazione ad arte a due giorni dalla delicata scadenza elettorale che attende la Regione. Data la modalità di approvazione della delibera, avvenuta a dispetto e nel disprezzo di qualsiasi regola e plausibile finalità, se non gli evidenti fini propagandistici, si tratta dell'ennesima dimostrazione di un modello di federalismo sbagliato, che ha trasformato la ripartizione delle competenze sul territorio in un decentramento e in una confusione di competenze che ci ha portato ai fenomeni allarmanti di consumo di suolo, cementificazione e dissesto idrogeologico che ben conosciamo. Fino a quando - si chiede Ilaria Borletti - gli interessi particolari e le scadenze elettorali preverranno sull'attenzione al territorio e al nostro paesaggio? La Sardegna è una regione piegata da un crisi drammatica a cui le istituzione devono dare risposte ma non a discapito della distruzione di un patrimonio collettivo».

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