La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, partorisce sull’auto che corre alle Cliniche di San Pietro

di Gabriella Grimaldi
Porto Torres, partorisce sull’auto che corre alle Cliniche di San Pietro

Ieri mattina una donna di 32 anni ha partorito in macchina, all’altezza di Sant’Orsola, mentre veniva accompagnata a Sassari dal marito. La piccola Ginevra è venuta al mondo in pochi minuti

14 febbraio 2014
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SASSARI. Una cosa è certa: Santina Murabito gode dell’invidia di tantissime donne. Ieri ha partorito una bellissima bambina sul sedile accanto al guidatore – nello specifico un marito in preda al panico – senza neppure accorgersene. In tarda mattinata nel reparto di Ostetricia delle cliniche di San Pietro Ginevra, due chili e 745 grammi, dormiva beata in braccio alla mamma che ha raccontato un evento straordinario, di quelli che siamo abituati a vedere nei film.

In effetti la corsa in macchina da Porto Torres, dove Santina (32 anni) e il marito Emanuele Cabras (38) abitano con il primo figlio Jacopo di appena un anno e 2 mesi, era cominciata poco dopo le 10 perché la donna aveva avvertito le prime doglie. «I dolori non mi hanno preoccupato – ha detto lei – perché il parto in effetti era previsto per il 1° marzo quindi ho deciso di aspettare. Dopo alcune ore però ho capito che era arrivato il momento e ho detto a mio marito di prendere la macchina». Per “il momento” di solito si intende l’inizio di un travaglio che si conclude dopo 10 ma anche 20 ore di contrazioni in preda a dolori sempre più forti fino alla nascita, che non è mai una passeggiata. Nel caso di Santina invece il destino ha interpretato “il momento” alla lettera e dopo dieci minuti che i due erano in viaggio sulla 131, all’altezza dell’incrocio per immettersi verso Sant’Orsola, la donna ha sentito che stava perdendo le acque. «Saranno passati dieci secondi, ho abbassato lo sguardo e ho visto la testa della bambina». Anche il marito ha visto la testa capelluta della figlia e, prima di accostare in prossimità della fermata dell’autobus, avrebbe detto qualcosa come: «Eh no, non farmi questo. Rimettila dentro!» ma Santina, ancora frastornata per ciò che è accaduto, non è proprio sicura di ricordarsi bene e sorride con tenerezza per il grande spavento del marito.

Alla fermata c’erano due persone che hanno aiutato a sostenere la bambina e coprirla mentre Emanuele chiamava il 118 per chiedere l’intervento dell’ambulanza. Dopo alcuni minuti sono arrivati i volontari della Misericordia con il loro mezzo, i quali hanno “pinzato” il cordone ombelicale che legava la neonata alla madre, hanno coperto entrambe per scongiurare il calo termico, le hanno caricate sull’ambulanza e trasportate in clinica. Lì la bambina è stata controllata e poi portata alla mamma in camera per la prima poppata. A quel punto uno dei giovani soccorritori che aveva assistito a questo evento miracoloso e accompagnato la signora fino al reparto, ha dato una carezza alla piccola Ginevra, ha sorriso e poi è svenuto.

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