Porto Torres, partorisce sull’auto che corre alle Cliniche di San Pietro
Ieri mattina una donna di 32 anni ha partorito in macchina, all’altezza di Sant’Orsola, mentre veniva accompagnata a Sassari dal marito. La piccola Ginevra è venuta al mondo in pochi minuti
SASSARI. Una cosa è certa: Santina Murabito gode dell’invidia di tantissime donne. Ieri ha partorito una bellissima bambina sul sedile accanto al guidatore – nello specifico un marito in preda al panico – senza neppure accorgersene. In tarda mattinata nel reparto di Ostetricia delle cliniche di San Pietro Ginevra, due chili e 745 grammi, dormiva beata in braccio alla mamma che ha raccontato un evento straordinario, di quelli che siamo abituati a vedere nei film.
In effetti la corsa in macchina da Porto Torres, dove Santina (32 anni) e il marito Emanuele Cabras (38) abitano con il primo figlio Jacopo di appena un anno e 2 mesi, era cominciata poco dopo le 10 perché la donna aveva avvertito le prime doglie. «I dolori non mi hanno preoccupato – ha detto lei – perché il parto in effetti era previsto per il 1° marzo quindi ho deciso di aspettare. Dopo alcune ore però ho capito che era arrivato il momento e ho detto a mio marito di prendere la macchina». Per “il momento” di solito si intende l’inizio di un travaglio che si conclude dopo 10 ma anche 20 ore di contrazioni in preda a dolori sempre più forti fino alla nascita, che non è mai una passeggiata. Nel caso di Santina invece il destino ha interpretato “il momento” alla lettera e dopo dieci minuti che i due erano in viaggio sulla 131, all’altezza dell’incrocio per immettersi verso Sant’Orsola, la donna ha sentito che stava perdendo le acque. «Saranno passati dieci secondi, ho abbassato lo sguardo e ho visto la testa della bambina». Anche il marito ha visto la testa capelluta della figlia e, prima di accostare in prossimità della fermata dell’autobus, avrebbe detto qualcosa come: «Eh no, non farmi questo. Rimettila dentro!» ma Santina, ancora frastornata per ciò che è accaduto, non è proprio sicura di ricordarsi bene e sorride con tenerezza per il grande spavento del marito.
Alla fermata c’erano due persone che hanno aiutato a sostenere la bambina e coprirla mentre Emanuele chiamava il 118 per chiedere l’intervento dell’ambulanza. Dopo alcuni minuti sono arrivati i volontari della Misericordia con il loro mezzo, i quali hanno “pinzato” il cordone ombelicale che legava la neonata alla madre, hanno coperto entrambe per scongiurare il calo termico, le hanno caricate sull’ambulanza e trasportate in clinica. Lì la bambina è stata controllata e poi portata alla mamma in camera per la prima poppata. A quel punto uno dei giovani soccorritori che aveva assistito a questo evento miracoloso e accompagnato la signora fino al reparto, ha dato una carezza alla piccola Ginevra, ha sorriso e poi è svenuto.