La Nuova Sardegna

Sassari

Saccheggiato il galoppatoio di Laerru

di Giuseppe Pulina
Saccheggiato il galoppatoio di Laerru

Asportati attrezzature e beni per 65mila euro dalla struttura di “Bena e Traes” ormai pronta per l’apertura

16 febbraio 2014
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LAERRU. Ammonta a circa 65mila euro il valore delle attrezzature che venerdì scorso sono state portate via dal galoppatoio di Laerru. Chi si è introdotto nella struttura, realizzata nella località Bena e Traes, a meno di due chilometri di distanza dal centro abitato del paese, lungo la strada che porta a Bulzi e Sedini, sapeva con tutta probabilità che al suo interno avrebbe trovato dei beni materiali di pregio.

Nel bottino dei ladri sono finiti elettrodomestici e attrezzature professionali da cucina, impianti elettrici e idrosanitari. La struttura, vicina ormai al suo primo effettivo utilizzo, era stata arredata di tutto punto. Sono state asportate anche le grondaie in rame, forse il pezzo più pregiato dell’intero bottino. L’accertamento del furto è stato eseguito dai Carabinieri del Comando provinciale di Sassari, intervenuti in seguito a una segnalazione del personale tecnico in servizio presso il Comune di Laerru.

Delle indagini si stanno ora occupando i militari della Stazione di Perfugas, in sinergia con quelli della Compagnia di Tempio. Duro e aspro il commento del sindaco Pietro Moro, che, come i suoi predecessori, ha sempre dichiarato di confidare molto sullo sfruttamento del turismo equestre per sostenere l’economia locale. A quanto pare, la struttura stava per essere affidata a una società che ne avrebbe assunto la gestione e finalmente avviato il funzionamento.

«Avevamo quasi ultimato le procedure per consegnare la struttura a una cooperativa nata con la legge 24 - dichiara il sindaco - mancando di fatto soltanto l’allaccio dell’Enel. Quello che si è consumato è un gesto poco nobile, se non del tutto ignobile, che va contro persone che stavano cercando lavoro. Un torto e un’offesa a tutta la comunità laerrese». La rabbia del sindaco e dei cittadini nasce dalla constatazione che, una volta inaugurata e rilevata da una cooperativa costituita da laerresi, la struttura avrebbe creato lavoro nell’immediato e potuto innescare un movimento positivo in prospettiva. Sarebbe forse bastato un sistema di videosorveglianza per dissuadere i malintenzionati, ma dal sindaco apprendiamo che la struttura mancava di energia elettrica, tant'è che il suo collaudo era stato fatto con un gruppo elettrogeno. «È da un paio di anni che abbiamo chiesto all’Enel - dichiara, sconsolato, Pietro Moro - di allacciare la luce, abbiamo versato 12mila euro e, malgrado le reiterate richieste e sollecitazioni, tutto è ancora come prima».

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