La Nuova Sardegna

Sassari

«Donerei anche un rene per dare pane ai miei figli»

di Gavino Masia

La disperazione di un padre di famiglia di Porto Torres che cerca lavoro «Una vita da precario e adesso non ho più l’età per accedere ai concorsi»

17 febbraio 2014
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PORTO TORRES. Una vita da precario nel mondo del lavoro e ora l’esigenza di dare da mangiare alla famiglia (moglie due bambini) mettendo anche a disposizione un rene per avere un lavoro duraturo. Non ha tanta voglia di scherzare Davide Fancellu, portotorrese di 45 anni, quando parla della sua idea: «Per trovare un posto di lavoro sarei disposto a donare un rene, per dare da mangiare ai miei bambini - assicura -, perché per i figli e la famiglia si fa questo e altro di lecito per raggiungere uno scopo che ti dia dignità economica e occupazione sicura».

Davide ha lavorato da diverse parti, ogni volta che ne ha avuto le possibilità, facendo per quindici anni il precario in Comune come giardiniere, il portierato nelle strutture ospedaliere di Sassari e per due mesi l’anno nel distaccamento dei vigili del fuoco di Porto Torres. Negli ultimi anni ha provato a mettersi in gioco come artigiano, aprendo una rivendita di fainè, rimanendo operativo per cinque anni prima che la pressione fiscale lo costringesse a chiudere bottega.

«Sono fuori età per fare il concorso nei vigili del fuoco - aggiunge -, quindi non posso mai pensare di raggiungere il posto fisso, mentre l’attività artigianale è andata avanti sin quanto si poteva grazie agli insegnamenti di un maestro della fainè. Poi è arrivata la crisi che tutti conoscono, con la chiusura dell’industria che hamesso a terra tutti gli altri esercizi economici; ora mi trovo in difficoltà con i pagamenti a Equitalia e non riesco ad andare avanti con moglie e due figli».

Davide da giovane faceva pugilato nella palestra del Gst Martellini di via Petronia, con buoni risultati, e oltre allo sport ha sempre cercato un’occupazione che potesse assicurargli un introito per tirare avanti. «Per trovare un lavoro devi purtroppo avere degli appoggi politici - dice -, e se non li hai, la strada si fa in salita e difficilmente riesci a ottenere qualcosa. Ho bussato a tante porte, ricevendo solo lo “zuccherino” per brevi periodi e poca considerazione per la situazione familiare a carico».

Una disoccupazione dilagante che coinvolge tutti i ceti della società civile, forse illusi che la caduta del petrolchimico non era cosa grave rispetto alle prospettive turistiche sbandierate da più parti e mai attuate. Davide Fancellu ha girato tanti lavori da precario, abbassando la schiena quando bisognava farlo e rischiando di suo con una piccola attività economica dove devi fare i conti con le tasse. «A 45 anni sono disposto a fare qualsiasi lavoro - aggiunge -, oppure a dare un rene per trovare una soluzione che dia sostegno alla mia famiglia». Un appello importante che vuole stimolare le coscienze delle persone, non certo una trovata pubblicitaria con argomenti su cui c’è poco da scherzare. La boxe insegna ad aver rispetto dell’avversario, e Davide ha imparato queste nozioni. C’è umiltà nella sua richiesta, c’è disperazione e c’è bisogno d’aiuto.

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