La Nuova Sardegna

Sassari

«Procedure più snelle per i centri storici»

Il presidente della commissione Urbanistica Fae rivolge un appello alla futura giunta regionale

23 febbraio 2014
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OZIERI. «La Regione agevoli le procedure che complicano e spesso impediscono il regolare svolgimento di una semplice pratica edilizia». Questo l’appello del presidente della commissione consiliare Urbanistica del Comune di Ozieri Pierangelo Fae, che a seggi chiusi rivolge una serie di «suggerimenti» alla nascente giunta regionale. «In una economia stagnante ci si trova ancora a dover aspettare mesi o spesso persino anni prima di vedersi approvare una semplice modifica di facciata in centro storico per non parlare di una sopraelevazione o di un ampliamento - dice il consigliere Fae -. Pensiamo al centro storico ozierese, che essendo di edificazione medievale, è stato inserito dalla Ras all’interno del piano di assetto idrogeologico con livello di rischio medio. Qui per richiedere una sopraelevazione occorrono tempi “biblici” e oneri altissimi: perizie geologiche, via libera dell’ufficio Tutela Paesaggio (che ha tempi di non meno di sei-otto mesi, salvo richiesta di integrazioni spesso tutt’altro che utili), infine il parere della Soprintendenza la quale, passati 45 giorni di silenzio, di fatto approva il progetto che finalmente torna in capo al Comune che può rilasciare la Concessione. Stesso dicasi per chi ha la casa in campagna all’interno delle aree Sic e per le autorizzazioni allo scarico da parte della provincia. La soluzione? - suggerisce Fae - è passare interamente in capo ai Comuni la gestione della tutela paesaggistica, il che ridurrebbe i tempi di istruttoria (da noi molto celeri grazie anche alla scelta coraggiosa di eliminare a suo tempo la commissione edilizia) dando un tempo massimo di 2 mesi a tutti gli enti per rispondere, magari in conferenza di servizi con procedure Suap, ed evitando la mole di carta che può essere sostituita da file firmati in digitale. Altra richiesta - prosegue Fae - è quella di rilanciare la legge 29/98, ovvero il finanziamento del recupero di facciate, coperture e infissi nel centro storico. Negli ultimi anni questa misura è stata quasi abbandonata, mentre invece in un economia stagnante essa avrebbe garantito una boccata d’ossigeno garantendo, a fronte di investimenti accettabili da parte della Regione, un immediato riscontro in termini di posti di lavoro, valorizzazione dei centri storici, e un ritorno in termini di tasse. Non servono gli investimenti faraonici ed inutili degli ultimi anni - conclude - ma atti utili a dare ossigeno a intere comunità».

Barbara Mastino

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