La Nuova Sardegna

Sassari

Costruzioni, persi 5mila posti di lavoro

di Gianni Bazzoni
Costruzioni, persi 5mila posti di lavoro

La denuncia al congresso della Fillea-Cgil. Il segretario Frulio: «Usciamo dalla Consulta, ha fallito»

25 febbraio 2014
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SASSARI. Mille posti di lavoro persi ogni anno, e in cinque anni fanno 5mila. Il settore dell’edilizia prima era un riferimento solido, costruito su mura che tenevano anche alla crisi che scavava solchi profondi in altri settori. Ora non è più così, e quindi ha poco senso anche per chi fa sindacato restare in un organismo come la Consulta della Costruzioni «che ha fallito il suo compito».

La Fillea-Cgil - che ha confermato Salvatore Frulio segretario generale, a conclusione del V congresso territoriale - esce sbattendo la porta. Tra il 2009 e il 2013 il numero degli addetti nell’edilizia è stato praticamente dimezzato nella provincia di Sassari, e in questi casi rischiano di essere i lavoratori a pagare il conto salato della crisi: dal congresso della Fillea-Cgil è emerso, infatti, che le difficoltà che penalizzano il settore delle Costruzioni potrebbero essere utilizzate dal mondo imprenditoriale come pretesto per tentare di cancellare tutele previste dal Contratto nazionale e frutto di storiche battaglie.

Secondo Salvatore Frulio, la Consulta degli stati generali delle Costruzioni - costituita nel giugno del 2011 tra le organizzazioni sindacali con le associazioni datoriali - «ha fallito il suo compito. La stessa associazione dei costruttori – ha ricordato – Frulio –, nonostante le ripetute richieste, dal 2010 non ha ancora incontrato il sindacato per il rinnovo del contratto di secondo livello per gli edili».

Il tema è stato affrontato anche dal segretario generale della Camera del lavoro Antonio Rudas: «L’edilizia è uno dei quei settori anticiclici su cui si deve puntare per uscire dalla crisi – ha affermato –. Una crisi che non è piovuta dall’alto ma indirizzata dalle classi che continuano a decidere per tutti, sulle spalle dei lavoratori e delle fasce più deboli della società. L’edilizia avrebbe dovuto essere il settore su cui puntare per provare a rilanciare lo sviluppo».

La crisi è evidente anche nel settore laterizi, dove hanno chiuso importanti aziende e altre galleggiano grazie al ricorso agli ammortizzatori sociali. Non decolla la nautica e uno stabilimento produttivo come l’Italcementi di Scala di Giocca è stato cancellato. Dal congresso della Fillea-Cgil la richiesta per un salto di qualità culturale, un nuovo modello produttivo delle costruzioni che contrasti il lavoro nero e chiuda definitivamente con la stagione dei condoni.

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