La Nuova Sardegna

Sassari

Tanit, ignorate decine di richieste di affitto

Alcuni brand nazionali sarebbero pronti ad aprire, ma la commercializzazione per ora è bloccata

25 febbraio 2014
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SASSARI. «Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto una decina di manifestazioni di interesse da parte di brand nazionali pronti ad aprire nella Galleria Tanit. La crisi della domanda, per quanto ci riguarda, non esiste. I problemi semmai sono nell’offerta: la nuova proprietà, infatti, ha bloccato la commercializzazione dei locali nella galleria. Noi non abbiamo una spiegazione per questa scelta, dettata certo da una strategia, ma che di fatto sta danneggiando il parco commerciale».

Riccardo Gianino, amministratore della società Masema (Management & Service for Mall) che gestisce la struttura spiega le ragioni per cui, dopo le numerose chiusure dei mesi scorsi, tante saracinesche restano calate nella galleria al primo piano del complesso.

La situazione di Tanit è tornata al centro dell’attenzione dopo la decisione del gup di rinviare a giudizio il sindaco Gianfranco Ganau e altri amministratori e tecnici nell’ambito della inchiesta sulle accuse del costruttore Nicolino Brozzu.

Masema, società tutta sassarese, gestisce il centro commerciale con un contratto che scadrà a dicembre, mentre è scaduto il contratto per la commercializzazione dei locali. E da quel momento, afferma l’amministratore della società, i nuovi proprietari hanno bloccato la commercializzazione. Tanit e il complesso che lo ospita è diventato di proprietà della banca emiliana Bper, che ha onorato i debiti milionari di Nicolino Brozzu e che adesso controlla totalmente la società Adras, subentrata alla Sarda Vibrocementi di Brozzu.

«Negli ultimi mesi abbiamo continuato a inoltrare alla Adras e alla Bper le richieste di affitto da parte di insegne nazionali, al momento una decina – racconta Gianino –. Bper non ci ha mai risposto, mentre abbiamo ricevuto una lettera di Gianni Cavalieri, amministratore di Adras, che ci intima di non commercializzare in quanto non abbiamo alcun titolo per farlo». Ma il problema, secondo Riccardo Gianino, non è solo di rapporti fra due società dopo la scadenza di un contratto. «Non pretendiamo di gestire noi la commercializzazione – spiega il manager –. Ci stupisce però che nel frattempo la proprietà non stia agendo per suo conto con una nuova società o non abbia contattato le ditte interessate ad aprire a Tanit. Ripeto, c’è di certo una strategia dietro questo atteggiamento, ma questa al momento non sembra legata agli interessi del commercio. Di fatto, chiusura dopo chiusura, la nostra società sta gestendo una struttura che si sta svuotando. L’ultimo contratto di commercializzazione è stato fatto da noi».

Gianino non nasconde l’amarezza e alla fine rivela il suo timore. «Il nostro contratto è scaduto ed è ormai incerto anche il rinnovo per la gestione del parco commerciale – spiega –. La nostra paura è che la nuova proprietà non voglia sostituire a Tanit solo la nostra società, tutta sassarese, e anche l’unica in Sardegna con le carte in regola per la commercializzazione e la gestione dei centri commerciali». «È difficile – conclude Gianino – non pensare che il fine ultimo di questa strategia sia quello di sostituire tutte le società con altre di fiducia della proprietà alle quali affidare i servizi di pulizia, vigilanza e manutenzione. Ecco, al di là della nostra sorte, questo sarebbe il vero danno per il territorio: nel parco commerciale operano attualmente solo imprese locali che danno lavoro a centinaia di persone. L’eventuale arrivo di ditte dalla penisola potrebbe cambiare tutto».(d.s)

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