La Nuova Sardegna

Sassari

Campus universitario, il caso finisce al Tar

di Vincenzo Garofalo
Campus universitario, il caso finisce al Tar

L’impresa Zanfarino chiede i danni all’Ersu ritenendo di essere stata esclusa dal bando senza motivo

26 febbraio 2014
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SASSARI. Esclusa senza alcuna spiegazione dal bando per la ricerca di un’area su cui costruire il nuovo campus universitario, la società Zanfarino Srl, amministrata dall’ex presidente provinciale di Confindustria, Stefano Poddighe, chiede ora i danni all’Ersu. Una richiesta di risarcimento a sei zeri, presentata al Tar della Sardegna e contro la quale l’Ente per il diritto universitario di Sassari ha intenzione di resistere. L’impresa di costruzioni sassarese due anni fa aveva risposto all’avviso pubblico con cui l’Ersu cercava un terreno in città dove realizzare nuove residenze universitarie. A disposizione c’erano - e ci sono dato che il campus non è ancora strato costruito - 40 milioni di euro. La società guidata da Poddighe si era fatta avanti proponendo l’area di via Zanfarino occupata dallo stabile ex Inps.

La Zanfarino srl stringeva in mano un progetto edilizio già approvato dal Comune, con tanto di concessione edilizia. Nonostante sia stato completamente ignorato dall’Ersu, il piano, redatto dall’ingegnere Renzo Solmona, va avanti ugualmente: i cantieri sono stati già avviati per non perdere l’autorizzazione a costruire. Il progetto prevede la realizzazione di una moderna casa dello studente, sviluppata in 58.950 metri cubi: 26 mila utilizzati per un parcheggio interrato per 213 posti auto, e il resto demolendo e ricostruendo uno dei due vecchi edifici già esistenti e rimettendo completamente a nuovo l’altro immobile, quello più grande che si affaccia su via Zanfarino.

In totale il residence ideato per gli studenti universitari potrà offrire 500 posti letto, un’ampia palestra con sala attrezzi, area ginnastica, sala massaggi, spogliatoio, lavanderia e stireria. Al piano terra troveranno posto una sala polifunzionale con 140 poltrone, utilizzabile per convegni e spettacoli, un bar e un giardino d’inverno chiuso con una copertura in plexiglas. È previsto anche un piano attico riservato a eventuali residenze per docenti. Tutto questo sulla carta. Perché il progetto chiavi in mano non ha entusiasmato l’Ersu: come lamenta la Zanfarino srl col suo ricorso al Tar, l’ente lo ha scartato senza svolgere un sopralluogo nell’area e senza inviare alcuna riposta all’impresa di costruzioni. Non accettando questa esclusione a priori, la società di Poddighe chiede ora un cospicuo risarcimento danni all’Ersu.

La proposta della Zanfarino srl non è stata l’unica a essere bocciata dall’Ersu: l’ente di via Coppino ha scartato diverse offerte, fra cui l’ex hotel Turritania in piazza Sant’Antonio, l’ex brefotrofio di via Sant’Anna, di proprietà dell’Università, l’area ex Iveco tra via Rizzeddu e via Verona, un terreno di oltre 6 ettari a Piandanna.

L’Ersu è rimasta ammaliata dal progetto presentato dalla Cator, impresa sassarese di proprietà della famiglia Cavalieri, che ha offerto l’area delle ex semolerie Azzena: un ettaro di terreno su cui la Cator vorrebbe riadattare a residenza universitaria le antiche strutture industriale abbandonate. Un’idea portata avanti con forza dall’Ersu, ma affossata dal consiglio comunale, che a più riprese, e anche approvando una mozione presentata da Sel, ha fatto capire che non concederà mai la variante urbanistica necessaria per consentire l’avvio dei lavori. Un braccio di ferro andato avanti per oltre un anno, che ha visto il suo epilogo le scorse settimane con la Commissione urbanistica che ha ribadito il suo “no”, informale, al progetto. Ora Comune ed Ersu dovrebbero trovare una soluzione alternativa, a tempo di record: dei 40 milioni disponibili, i 20 finanziati dal Cipe devono essere impegnati entro giugno, oppure potrebbero svanire.

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