La Nuova Sardegna

Sassari

Sette bambini accusano una maestra troppo severa, lei ora rischia il processo

di Luigi Soriga
Sette bambini accusano una maestra troppo severa, lei ora rischia il processo

Chiesto il rinvio a giudizio per una insegnante elementare di Ossi: «Mi prende a schiaffi e mi dice che sono tonto»

08 marzo 2014
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SASSARI. Ai genitori non ha voluto raccontare nulla. Però un bimbo di sette anni, per un mamma, è come un libro aperto. Quel nervosismo, gli incubi la notte, l’aggressività immotivata, le continue zuffe con i compagni, non erano comportamenti normali. Così è stato un neuropsichiatra infantile, con il suo passepartout ad aprire il cassetto dei segreti. E lo sfogo del piccolo ha lasciato tutti sconcertati.

«La maestra di matematica mi tira i capelli e le orecchie. Mi fa togliere gli occhiali e poi mi preme gli occhi con le dita. Oppure mi infila le dita nel naso e mi tira su, quasi mi solleva. Una volta mi ha tirato uno schiaffo che mi ha fatto anche uscire il sangue. Altri giorni invece mi urla che sono un asino, oppure mi dice tonto, scemo, cretino e anche stronzo. E dice che anche mamma è stupida e non mi vuole bene. E quando non capisco gli esercizi o faccio male i compiti mi mette in ridicolo e tutti i compagni sghignazzano. E poi ci dice che siamo lenti come tartarughe, che siamo delle lumache, degli asini, senza cervello, con la testa vuota, e che al posto della testa abbiamo i piedi». Alcuni genitori naturalmente si lamentano con il dirigente scolastico, chiedono la rimozione dell’insegnante, ma allo stesso tempo presentano una denuncia ai carabinieri e la vicenda approda in Procura. E ieri davanti al gup Maria Teresa Lupinu, il pubblico ministero Carlo Scalas ha chiesto il rinvio a giudizio per la maestra Maria Pina Mastino (difesa dal legale Gabriele Satta): il reato contestato è abuso dei mezzi di correzione o di disciplina. Il giudice ha preso un mese di tempo e deciderà il prossimo 10 aprile.

La vicenda risale al 2010-2011. Sono diversi i genitori che non condividono i metodi utilizzati dalla maestra. Due famiglie si rivolgono agli avvocati Michele Sanna e Maria Antonietta Sanna e si costituiscono parte civile, mentre altri cinque genitori chiedono e ottengono il trasferimento dei propri figli in un’altra classe. Invece la maestra rimane al proprio posto, in quanto il dirigente scolastico, che ha avviato un’indagine interna, non ha raccolto nel suo istituto prove sufficienti da poter intraprendere dei provvedimenti. Infatti nessuno tra il personale scolastico aveva mai notato niente di strano durante le lezioni della maestra di matematica. Le porte delle aule erano sempre aperte, e né i bidelli e né i colleghi hanno mai sentito urla o pianti. Restano però le denunce di sette bambini, tutte concordanti e pesantissime. La maestra, da parte sua, ha decisamente respinto ogni accusa. Mentre i genitori parlano di “sculaccioni” punitivi, lei li definisce incoraggianti “buffetti sul sedere”. «La bambina dimostrò difficoltà nell’eseguire un’addizione – racconta – Controllai nel quaderno e mi resi conto che aveva svolto la medesima operazione in maniera corretta. Mi meravigliai e le dissi che erano operazioni che non doveva sbagliare. Accompagnai la frase con quel gesto di incoraggiamento. Lei sorrise, tornò al banco e non pianse affatto». Emblematica, per capire quanto sia delicata la storia e quanto sia complesso il lavoro dei magistrati, è l’episodio del sangue dal naso. Un bimbo si è lamentato di aver ricevuto uno schiaffo così forte da avergli provocato un’emorragia. L’insegnante invece la racconta così: «Solo una bimba, nell’intera classe, ha riferito ai genitori la vicenda. In genere, fatti come questi, i bimbi li raccontano subito a casa. Una cosa così eclatante, se fosse accaduta, non sarebbe mai passata inosservata. D’altronde basta un piccolo taglietto per generare scompiglio tra gli alunni. E invece nulla: i bidelli non si sono accorti, così i colleghi, e solo una compagnetta ha confermato. Possibile?».

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