La Nuova Sardegna

Sassari

Guerra a estetisti e parrucchieri a domicilio

Guerra a estetisti e parrucchieri a domicilio

Confartigianato e Guardia di finanza controlleranno le attività abusive e chi non paga le tasse

09 marzo 2014
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SASSARI. Guerra agli abusivi e ai finti hobbisti. Sono questi gli argomenti affrontati nel corso di un incontro che la Confartigianato ha promosso con in vertici provinciali della Guardia di Finanza. Il problema dell’abusivismo e della concorrenza sleale, soprattutto nei settori dell’acconciatura e dell’estetica, ormai rappresenta un fenomeno radicato e in progressivo aumento. «Antonio Alivesi – segretario provinciale della Confartigianato – ha ricordato come innumerevoli aziende segnalano all’associazione la presenza di “finte” imprese che “lavorano” nell’ombra, in casa o presso il domicilio dei clienti, sottraendosi a qualunque controllo fiscale e igienico sanitario». Nella nostra provincia, tale fenomeno è ben radicato e nel corso degli anni ha assunto dimensioni rilevanti. «Una situazione insopportabile e non più tollerabile – rilancia Confartigianato – Non si può accettare che tali soggetti sconosciuti al fisco, che prestano la propria opera, con la valigetta, presso le case degli utenti, la facciano franca».

Alivesi ha rimarcato come il ruolo che riveste la Guardia di Finanza sia fondamentale quale garante dell’economia, dei rapporti commerciali ma soprattutto di tutti gli operatori economici coinvolti. Oggi l’abusivismo e il sommerso, soprattutto nell’estetica e nell’acconciatura, ma anche in altri settori, è sempre più diffuso e secondo alcune stime e segnalazioni, tale fenomeno potrebbe aggirarsi intorno al 40-50% rispetto alle attività regolari. Confartigianato, da qualche tempo, ha avviato un campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini da una parte e di tutela della professionalità della categoria dall’altra nei confronti di chi non paga le tasse, non rispetta le regole, non rispetta i requisiti igienico-sanitari, non investe in aggiornamenti professionali e non utilizza correttamente apparecchiature e cosmetici. «Si tratta, quindi, di concorrenza sleale e un danno economico delle imprese regolari a cui si deve aggiungere i pericoli alla salute cui incorrono gli utenti». Il Colonnello Tudisco, da parte sua, ha assicurato la massima collaborazione: «Per debellare l’abusivismo e la concorrenza sleale saranno indispensabili segnalazioni circostanziate su chi pratica tale forma di “competizione illegale” e “lavora” nel sommerso».

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