La Nuova Sardegna

Sassari

Batteri e pesce scaduto, denunciati cinque ristoratori

Batteri e pesce scaduto, denunciati cinque ristoratori

Operazione della guardia costiera di Porto Torres nel territorio del compartimento marittimo

13 marzo 2014
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PORTO TORRES. Cinque denunce penali e venticinque verbali amministrativi, per un totale di 52mila euro ai danni dei trasgressori, sono alcuni dei numeri dell’operazione portata avanti dalla Guardia costiera che ha passato al setaccio i ristoranti e i punti vendita di tutto il territorio del Compartimento marittimo. Una vasta operazione di polizia marittima a tutela della salute dei consumatori, finalizzata a verificare irregolarità nella somministrazione e commercializzazione del riccio di mare e dei prodotti ittici serviti ai clienti di tutta l’area vasta.

I militari della Capitaneria di porto, con la collaborazione del personale del Servizio veterinario dell’Asl di Sassari, dalla metà di gennaio sino a inizio mese hanno controllato in maniera capillare gli esercizi di ristorazione e i punti vendita di prodotti ittici: nel corso dell’operazione, coordinata dal comandante della Capitaneria Marco Nobile, sono stati ispezionati oltre 60 esercizi di ristorazione, i cui risultati delle verifiche hanno evidenziato che circa il cinquanta per cento non era del tutto in regola con la disciplina di settore. Nello specifico il personale ha effettuato cinque comunicazioni di notizia di reato per detenzione di polpi sottomisura, polpa di riccio di mare congelata senza autorizzazione e in cattivo stato di conservazione, frode in commercio e commercio di sostanze alimentari nocive in quanto sono stati messi in vendita prodotti scaduti.

Reati che sono costati ai cinque ristoratori la denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica, e che lanciano l’allarme sui quei prodotti ittici privi di tracciabilità e con superamento della data di scadenza, che vengono somministrati all’insaputa del cliente. Ci sono stati anche venti sequestri, di cui due penali e diciotto amministrativi, per un totale complessivo di 98 chilogrammi di prodotto sequestrato (10 chili di polpa di riccio e 88 chili di prodotti ittici).

«Il contributo del personale Asl intervenuto per verificare anche lo stato di conservazione del prodotto ittico sequestrato – ricorda il capitano Marco Nobile – ha accertato la carica microbica e i potenziali rischi per i consumatori: le analisi effettuate hanno infatti evidenziato in alcuni campioni di polpa di riccio la presenza di escherichia coli, batteri fecali molto pericolosi per l’uomo. In un campione di tonno scaduto, pronto per esser comunque somministrato, le analisi hanno riscontrato inoltre elevati valori di stamina, anche questa molto pericolosa per la salute umana».

La manipolazione non controllata e “artigianale” degli echinodermi, dunque, oltre a favorire l’attività di pesca illegale a scapito dei pescatori autorizzati costituisce anche e soprattutto un pericolo per i consumatori finali. (g.m.)

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