La Nuova Sardegna

Sassari

Cobec, adesso licenziamenti in vista

di Luigi Soriga
Cobec, adesso licenziamenti in vista

Carta: «Saltato l’accordo saremo costretti a sacrificare i rami secchi». La Uil: «Non potevamo avallare certe richieste»

16 marzo 2014
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. I sindacati hanno risposto picche all’accordo anti-crisi proposto dalla Cobec, e allora l’azienda ripiega sul piano b: stato di crisi, esubero del personale, taglio dei rami secchi, chiusura delle unità improduttive. I dipendenti lo hanno appreso due giorni fa, durante una riunione convocata dal direttore commerciale. La procedura è già stata avviata, con una comunicazione ufficiale alla Direzione provinciale del Lavoro e ai sindacati, alla quale seguiranno, quasi sicuramente, le lettere di licenziamento.

Si parla di una sessantina di esuberi e di sei punti vendita in città ormai incapaci di generare utili. Una palla al piede per il gruppo Sisa-Cobec. «Noi ci abbiamo provato – spiega Rinaldo Carta – abbiamo tentato delle strade alternative che non erano i soliti licenziamenti collettivi o il ricorso agli ammortizzatori sociali, che poi pesano sulla collettività e sui contribuenti. Abbiamo chiesto ai sindacati di sottoscrivere gli accordi di prossimità, uno strumento innovativo che consente di derogare il contratto nazionale del lavoro, attraverso un accordo con le parti sociali, e far sì che il datore di lavoro possa chiedere ai propri dipendenti di lavorare 48 ore a settimana, invece che 40, senza però retribuire queste 8 ore di straordinario. La logica è questa: invece di diminuire i costi aziendali attraverso i tagli del personale o riduzione delle ore di apertura dei negozi, si inverte il trend: aumentiamo i servizi, estendiamo le ore di apertura, garantiamo i posti di lavoro, gli stessi stipendi, ma chiediamo ai dipendenti un sacrificio di 8 ore settimanali non pagate. Più prestazioni, nessun licenziamento, stessi soldi».

Il modello di riferimento sarebbe il punto vendita di viale Trento, aperto tutto il giorno, il cui bilancio si è rivelato in crescita. «Se riuscissimo ad ottenere gli stessi risultati da altre parti, si potrebbe contenere la crisi ed evitare i tagli». All’inizio, di fronte alla prospettiva degli accordi di prossimità, i sindacati hanno preso tempo. E’ uno strumento ancora poco utilizzato. Ma poi la Uiltucs ha preso posizione dicendosi contraria: «Se un’azienda commerciale come la Cobec – spiega il segretario generale Giampiero Manai – potesse abbattere per accordo il 20% del costo del lavoro, si creerebbe uno squilibrio nella concorrenza, e si innescherebbe un effetto domino. Cioè gli altri operatori del settore, come di fatto sta accadendo, chiederebbero di avere lo stesso trattamento, e questo snaturerebbe il contratto nazionale del lavoro. E i rilanci aziendali ricadrebbero sistematicamente sulle spalle dei lavoratori, che avrebbero delle condizioni retributive peggiori».

Oltrettutto i sindacati non sono molto convinti che tutti i lavoratori fossero così entusiasti all’idea di dare in beneficenza le proprie ore di lavoro. Rinaldo Carta parla di un consenso bulgaro all’iniziativa, più del 98 per cento avrebbe sottoscritto volontariamente il progetto di rilancio. Ma alcuni dipendenti, delineano un altro scenario: clima teso e difficile, convocazioni fatte 50 dipendenti alla volta, e a ciascuno viene fornito un foglio dove dare l’assenso per la donazione degli straordinari. Domanda: sicuri che chi non è d’accordo avrebbe il coraggio di dirlo e si rifiuterebbe di firmare?

Stessa cosa per lo stipendio dimezzato percepito questo mese. Alcuni hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco, perché ritrovarsi 700 euro in busta paga (gli altri 700 verranno erogati a fine marzo), perché la Cobec ha problemi di liquidità, diventa un bel problema per far quadrare il budget familiare. Quanto all’ora in più al giorno: «Lo facciamo praticamente da 10 anni, e senza mai chiedere un centesimo. Nessuno di noi ha mai lasciato la postazione alle 21 in punto».

Purtroppo però ora i pensieri saranno altri. Non si sa con che criteri avverranno i licenziamenti. «I sindacati dovranno assumersi questa responsabilità – dice Rinaldo Carta – ci costringeranno a fare come tutti gli altri, cioè a tagliare i rami secchi».

In Primo Piano
Amministrative

L’annuncio di Massimo Zedda: «Anche Azione mi sosterrà con una lista». I 5 Stelle: «Subito un chiarimento»

di Umberto Aime

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

Le nostre iniziative