La Nuova Sardegna

Sassari

Marrosu, note di storia ed emozione

di Mario Bonu
Marrosu, note di storia ed emozione

Osilo dedica una serata ricca di aneddoti, musica e lacrime agli 80 anni del grande chitarrista

18 marzo 2014
3 MINUTI DI LETTURA





OSILO. Lo si potrebbe definire “un signore d’altri tempi”, Armando Marrosu: umile, garbato, pieno di umanità, non invade la scena ma anzi se ne tiene sempre un po’ a lato, in una modestia che, si capisce, non è esibizione, ma profondo moto dell’anima. E questo, nonostante si abbia a che fare con uno dei grandi della chitarra classica, con un musicista di fama nazionale e internazionale. Uno insomma che se volesse potrebbe camminare per le strade a petto in fuori, e invece preferisce che a essere forti e orgogliosi di loro siano i suoi ragazzi e le sue ragazze, quelli che da lui imparano e hanno imparato.

Si capisce così lo straordinario affetto dei suoi allievi – che gli hanno voluto dedicare una serata speciale per festeggiarne i primi ottant’anni – e si capisce il sapore di un incontro dove i ricordi, le nostalgie, gli aneddoti, qualche lacrima furtiva, sono parte di un impasto fatto di umanità e di rispetto, di fatiche sulla chitarra e di serate all’insegna della leggerezza, cui il “maestro” non si sottraeva mai.

Ogni canzone, una storia, una pagina di vita densa di emozioni: la “Corsicana” con i bambini di Arzachena, o l’Ave Maria in un ristorante in Germania, con il cuoco che si mette a piangere. O ancora, le suonate nel cuore della notte, ai giardini pubblici di Sassari, con un signore che chiede brani classici uno dopo l’altro, ed alla fine, di fronte alla decisione di Marrosu di smettere per non richiamare l’attenzione delle forze dell’ordine, si qualifica per essere il commissario di pubblica sicurezza.

Il suo primo lavoro, da geometra, a Sant’Antonio di Gallura, con gli operai del cantiere che prima lo snobbano in fatto di musica e poi scoprono di avere a che fare con un grande chitarrista. E una brutta avventura a Barcellona, in viaggio per Alicante, dove doveva tenere dei corsi di chitarra: avvicinato da un losco figuro nelle scale della metropolitana, Armando Marrosu ha raccontato di avere davvero avuto paura che quelli fossero i suoi ultimi istanti di vita.

«In quel momento – ha detto – ho ripensato a tutte le cose belle della mia vita, fra cui a voi, ai miei allievi, per il cui dono ho sempre ringraziato il cielo». Ed anche quella brutta storia si chiude con una garbata nota ironica: «Se in quel momento avessi avuto una chitarra, mi sarebbe venuto un vibrato eccezionale tanto tremavo per la enorme paura che avevo provato».

Tutte storie condivise con il grande pubblico che ha riempito la sala, e con i tanti allievi presenti, alcuni dei quali hanno voluto proporre un omaggio al loro grande maestro: Carlo Doneddu, Giorgio Biddau, Roberto Masala, Sabina Sanna, Silvia Pilia, Francesco Branca, Daniela Barca.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative