L’ultimo sorriso dello «zio Pino»
Addio a Pinuccio Rubattu, supertifoso della Torres, sassarese doc
SASSARI. Stazza imponente, andamento lento e sorriso immancabile incorniciato sul faccione con la barba bianca. Un generoso. Lo «zio Pino» se n’è andato all’improvviso, senza neppure una battuta con gli amici di sempre che l’hanno aspettato al Corso, nei circoli del centro storico dove lo conoscevano tutti. Pinuccio Rubattu, 60 anni, dipendente della Provincia, era un personaggio. Una sorta di Bud Spencer sassarese, supertifoso della Torres, nipote del presidentissimo Bruno Rubattu. E per quelle maglie rossoblù ha gioito e sofferto tanto, spesso in curva, in prima fila a gridare e ballare. Simbolo di quella sassareseria pura, in tanti lo ricordano alla «guida» di tremila tifosi, al San’Elia, mentre avanzava danzando come se stesse dirigendo la discesa del candeliere. Nei primi anni Duemila era diventato un personaggio nella striscia di fumetti, nel giornalino distribuito dai tifosi della Torres. Pinuccio «la Cina», lo chiamavano così, ma quel nomignolo non gli piaceva e se non gradiva l’interlocutore lo faceva notare. Preferiva l’amichevole e rispettoso «zio Pino», e si lasciava andare a racconti e ricordi, spesso coloriti e accompagnati da battute e risate. Ne sapeva tante. E allora buon viaggio «Zio Pino», lassù dovranno farti spazio. (g.b.)