La Nuova Sardegna

Sassari

Nuovo blocco davanti alla centrale

di Pinuccio Saba
Nuovo blocco davanti alla centrale

Blitz all’alba di lavoratori e dirigenti sindacali: sbarrati gli accessi all’impianto, viabilità a rilento sulla strada per Stintino

12 aprile 2014
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il “blitz” di lavoratori e rappresentanti sindacali è scattato poco dopo le sei di ieri: le automobili sono state regolarmente parcheggiate ai lati della carreggiata, lasciando uno spazio per far passare (magari dopo una prudente gimkana) chi voleva comunque andare al lavoro - nessuno - o chi aveva altre destinazioni diverse dalla termocentrale. Una strettoia formale, un blocco reale che ha impedito l’ingresso dei mezzi pesanti al vialone principale, che collega la strada provinciale per Stintino con la termocentrale. Bloccato, ovviamente, anche l’ingresso che porta direttamente al carbondotto, con il conseguente rallentamento della viabilità sulla Provinciale. Un blitz, in realtà, iniziato ben prima dell’alba, quando i soliti ignoti hanno modificato il cartello posto all’intresso del viale che porta alle centrale: alla scritta originale “E.On” è stato aggiunto un eloquente “vattene”. Con uno striscione di accompagnamento dal sapore internazionale: «E.On is against Italy. Go home!» (E.On è contro l’Italia. Vai a casa!)».

Il presidio di lavoratori e dirigenti sindacali (Massimiliano Muretti della Filctem, Giuseppe Buia della Flaei, Francesco Peana della Uiltec e Alberto Cuadu della Cisal-Federenergia) è andato avanti fino alle 10,30 ma i turnisti nel frattempo avevano dato il cambio ai loro colleghi per avevano lavorato tutta la notte.

La protesta dei lavoratori della centrale di Fiume Santo di proprietà della multinazionale tedesca E.On, che ha annunciato i primi settanta esuberi, va avanti ormai da mesi. E lunedì ci sarà un nuovo incontro fra le organizzazioni sindacali e alcuni dirigenti di E.On. Il primo incontro, una dozzina di giorni fa, era servito soltanto a fissare i paletti del confronto, ma lunedì Cgil, Cisl, Uil e Cisal intendono chiedere delucidazioni sull’annunciato disimpegno della multinazionale tedesca. E.On sarebbe infatti decisa a vendere le sei centrali termoelettriche e la centrale idroelettrica di Terni. Diversi i potenziali acquirenti. «Non ci interessa (per ora) sapere chi acquisterà Fiume Santo – spiegano i dirigenti sindacali –: l’importante è che i tedeschi lascino il posto a chi vuole portare avanti una serie politica industriale e che realizzi quanto invece non ha fatto E.On. Questa azienda si è dimostrata inaffidabile, avida solo di grandi guadagni (70 milioni di euro lo scorso anno, forse 100 quest’anno) e disposta a tutto pur di non investire a Fiume Santo. La nostra unica preoccupazione – concludono i segretari della organizzazioni sindacali – riguarda i tempi. Il “prima se ne vanno e meglio è per tutti” per noi rimane l’unico obiettivo, che possiamo raggiungere solo se scendono in campo le istituzioni regionali».

La strage

Famiglia sarda sterminata in Germania, sgomento nell'isola: «Le loro radici sono qui, tornavano spesso»

di Giancarlo Bulla
Le nostre iniziative