La Nuova Sardegna

Sassari

MEMENTO Nell’antico carcere la Settimana Santa durava tutto l’anno

di Alessandro Ponzeletti
MEMENTO Nell’antico carcere la Settimana Santa durava tutto l’anno

Dietro le mura della prigione dedicata a San Leonardo un bassorilievo scolpito nel calcare raffigura la Passione di Cristo. Quell’opera ricorda anche la sofferenza dei detenuti

23 aprile 2014
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A Sassari ci fu un posto dove la Settimana Santa veniva ricordata tutto l’anno: non si tratta di un convento né di una chiesa, nessun luogo consacrato. Sto parlando dell’antico carcere di San Leonardo. Prima del 1871, il carcere di Sassari era posto in pieno centro storico: l’ingresso principale si apriva sull’attuale via Cesare Battisti, un tempo chiamata Carra Piccola, all’angolo con l’attuale piazza Tola, un tempo detta Carra Grande. Questo androne ospita oggi la prima sezione di un negozio di animali domestici e dei loro accessori.

Il carcere, per i restanti lati, confinava con case e con il giardino del palazzo Manca d’Usini. Dal 1628 la prigione era intitolata, o meglio era posta sotto la protezione di San Leonardo, a cui in quell’anno fu consacrata una cappella dentro la struttura di pena. Il San Leonardo protettore del carcere sassarese fu l’eremita vissuto a nella prima metà del VI secolo presso Limoges, nell’allora Gallia: assai venerato a partire dal XI secolo nell’Europa medievale, fu “protettore” di coloro che erano imprigionati perché in vita si distinse nel chiedere ai sovrani franchi grazie e liberazioni.

Come detto all’inizio, per i carcerati sassaresi ad attenuare la pena che dovevano scontare là dentro (in condizioni ben peggiori di quelle odierne) era la devozione alla Passione di Cristo. Tra le testimonianze c’è il bel rilievo su cantoni in calcare nella fotografia, scolpito con gusto naïf, databile alla metà del XVI secolo circa, dove si riconoscono bene la Croce, la Lancia di Longino, la Colonna, la Spugna legata al bastone, il Gallo di San Pietro e altri oggetti che in questi sere abbiamo visto sugli stendardi delle Confraternite cittadine durante le processioni. Emerso durante il restauro in corso dell’antica struttura per porvi l’ampliamento della Biblioteca comunale, il rilievo ci ricorda il lato umano e debole di quegli anonimi sassaresi “discoli”, come un tempo erano spregiativamente detti.

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