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Sassari

Crisi, allarme fallimenti in Sardegna: +31 per cento in tre mesi

Crisi, allarme fallimenti in Sardegna: +31 per cento in tre mesi

I dati sono stati diffusi dall’Unioncamere, situazione più pesante che nel resto dell'Italia

26 aprile 2014
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CAGLIARI. Unioncamere lancia un nuovo allarme fallimenti: nel primo trimestre del 2014, in Sardegna si registra un +31% contro il +22% della media nazionale. Un altro segnale della profondissima crisi dell’economia isolana.

Secondo i dati diffusi dall’Unione italiana delle Camere di commercio, i casi di fallimento in Sardegna sono stati 76, con una media che è ben al di sopra, non solo di quella italiana, ma anche di quella complessiva delle regioni del Mezzogiorno fermatosi al +27,8%. Ma sono andate male anche le procedure di concordato: +34,7% la media in Italia mentre nell'isola sono aumentate dell'80%.

A livello nazionale, in soli tre mesi i fallimenti sono stati più di 3.600, circa 40 al giorno, quasi due all'ora. Crescono anche le procedure di concordato: 577 con un aumento del 34,7%.

In lieve controtendenza appaiono, secondo i dati Unioncamere, le aperture di procedimenti fallimentari per le imprese costituite come consorzi o cooperative, che hanno mostrato un calo di circa il 2%.

Quella scattata da Unioncamere, è una fotografia che mostra una crisi ancora aperta anche se è pur vero che fallimenti e concordati - come si sottolinea - sono l'esito di un lungo processo di crisi e quindi di fatto codificano uno stato antecedente a quello preso in esame.

L'aumento riguarda sia le società di capitali (+22,6%), che le società di persone (+23,5%) e le imprese individuali (+25%). Una procedura fallimentare su 4, aperta tra l'inizio di gennaio e la fine di marzo, ha riguardato aziende che operano nel commercio (+ 24% rispetto allo stesso periodo del 2013).

In crescita anche i fallimenti nell'industria manifatturiera, un comparto in cui il fenomeno era in calo nel 2013: nel primo trimestre del 2014 si contano 763 fallimenti di imprese industriali, il 22,5% in più dell'anno precedente.

Allo stesso modo, anche l'edilizia ha fatto registrare un incremento rispetto al dato 2013: +20,1% corrispondenti a 771 nuove procedure avviate.

Dal punto di vista geografico, l'aumento dei default riguarda tutte le aree del Paese: in misura maggiore, rispetto alla media nazionale, nel Nord Ovest (+22,8%), nel Centro (+23,0%) e nel Mezzogiorno (+27,8%); sotto la media nel solo Nord-Est (+12,5).

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