La Nuova Sardegna

Sassari

«La nostra Costituzione resti un faro»

di Andrea Massidda
«La nostra Costituzione resti un faro»

Il commissario straordinario Guido Sechi sottolinea l’importanza di ispirarsi sempre agli articoli della Carta fondamentale

26 aprile 2014
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SASSARI. L’importanza di mantenere vivi i valori contenuti nella Costituzione, elaborata da uomini e donne con esperienze personali, riferimenti culturali e politici molto differenti, ma legati da un forte sentimento democratico. Uomini e donne con in mente una chiara visione del futuro comune della nazione. Poi il senso preciso di una festa della Liberazione in un momento di forte disincanto nei confronti della politica. Sono alcuni dei temi trattati ieri mattina a Palazzo Ducale nel corso della cerimonia per il sessantanovesimo anniversario dal nazifascismo. Sulle note di “Bella Ciao” intonate dalla banda musicale e alla presenza delle autorità civili, militari e religiose sono state deposte le corone d’alloro davanti alla targa affissa nel cortile del municipio in ricordo di tutti coloro che combatterono, anche perdendo la vita, per sconfiggere gli oppressori in quel 25 aprile del 1945.

Sulla necessità di farsi sempre ispirare dai valori della Carta fondamentale si è soffermato il commissario straordinario Guido Sechi, al governo della città sino alle prossime elezioni comunali in programma alla fine di maggio. «La nostra Costituzione - ha detto - è frutto dell’intelletto e dell’impegno di persone che diedero vita e animarono la Resistenza, persone che hanno ancora tanto da dirci e da insegnarci». Da qui l’invito a rileggerla con attenzione. «Se ha un senso il rinnovarsi di questa celebrazione - ha aggiunto Sechi -, oltre alla memoria commossa e grata verso coloro che per la conquista e l’affermazione dell’unità e della libertà hanno dato la vita, è proprio quello di ricordarci da dove veniamo e chi siamo. Così facciamo sì che soprattutto le nuove generazioni sentano la voce forte e appassionata della Costituzione, specie quando parla dei grandi valori di libertà, solidarietà e fratellanza che ne informano i principi fondamentali». Il riferimento è chiaramente ad alcuni articoli iniziali. Per esempio l’articolo 2. «È quello che riconosce il primato della persona e dei suoi diritti inviolabili - ha detto ancora il commissario straordinario - e richiede a tutti l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Poi l'articolo 3, che sancisce l’eguaglianza di tutti i cittadini e pone in capo alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale capaci di impedire il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». E ancora l’articolo 5. «Dopo aver affermato che la Repubblica è una e indivisibile - ha concluso Sechi - le impone il riconoscimento e la promozione delle autonomie locali, fondamento anche dell’autonomia e della specialità dello Statuto della Regione sarda».

A rappresentare la Provincia è stato l’assessore Lino Mura, mentre la presidente Alessandra Giudici ha affidato alcune riflessioni sulla festa della Liberazione a un documento pubblicato integralmente sulla Nuova Sardegna di ieri. «È libero un Paese in cui le istituzioni e chi le rappresenta hanno totalmente perso di credibilità?», si chiede retoricamente l’esponente del Pd. E ancora: « È libero un Paese che invece di difendere le proprie istituzioni locali, presidio di autonomia e di democrazia, figlie di quel 25 aprile 1945 e di tutti gli entusiasmanti eventi che ne sono conseguiti, le baratta in nome di non meglio precisate logiche di risparmio, lasciando che gli sprechi continuino ad alimentare un potere ingordo?». Poi la sua conclusione: «Rispondendo a queste domande ci si rendo conto che Liberazione non è solo il titolo di una ricorrenza da segnare in rosso sul calendario, ma una speranza proiettata verso un futuro che auspichiamo il più vicino possibile».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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