La Nuova Sardegna

Sassari

Richiesta di moratoria sull’energia

di Mario Bonu
Richiesta di moratoria sull’energia

Anche Cossoine aderisce al movimento dei “Comuni virtuosi” e si rivolge direttamente alla Regione

27 aprile 2014
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OSSI. Anche il Comune di Cossoine ha aderito alla richiesta di moratoria sull’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, lanciata dal Comune di Sardara, nella provincia del Medio Campidano, e patrocinata e sostenuta dall’associazione “Comuni virtuosi”. Il documento, che è stato inoltrato al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, mette preliminarmente in evidenza l’impegno dei Comuni a difesa dell’ambiente e delle risorse locali, fra cui: l’adesione al “Patto dei sindaci”; l’istituzione e il finanziamento dei “Ceas” (Centri di educazione all’ambiente e alla sostenibilità); l’approvazione dei “Paes” (Piani di azione per l'energia sostenibile); la tutela del patrimonio boschivo, finanziando compagnie barracellari e campagne antincendio; l’incentivazione della raccolta differenziata, portandola a livelli ottimali. Tutte azioni, sostiene il documento, che rischiano di venire vanificate dalla vera è propria aggressione al territorio, portata avanti in nome delle “energie rinnovabili”. «Sono 14 – si legge nella nota – le sole richieste di permesso di ricerca geotermica che si estendono a tutta la Sardegna, per una superficie complessiva di oltre 2000 kmq, mentre sono 19 le richieste di trivellazione fra geotermico e idrocarburi a terra e a mare». Poi ancora: 5 progetti per impianti termodinamici solari a concentrazione per una potenza complessiva totale di 285 Mwe e oltre 900 ha di terreno agricolo, nei territori di: Gonnosfanadiga–Guspini, 50 Mwe; Villasor- Decimoputzu “Flumini Mannu”, 55 Mwe; Cossoine “Campu Giavesu”, 30 Mwe; Bonorva-Giave, 50 Mwe; Vallermosa “Sa Nuxedda”, 50 Mwe. E ancora, otto impianti di serre fotovoltaiche, due grossi impianti a biomasse (Porto Torres e Macchiareddu), numerosissimi impianti a biogas; l’eolico, che è passato dai 39 impianti del 2011 ai 47 del 2012, agli 80 al 30 giugno 2013; il fotovoltaico, che è balzato dai 14.637 impianti del 2011 ai 22.287 del 2012. Uno scenario da incubo, aggravato dal fatto che la Regione non possiede un aggiornato “Piano energetico ambientale Regione Sardegna (Pears)” – non potendosi considerare tale il documento approvato frettolosamente negli ultimi giorni del suo mandato dalla giunta Cappellacci – per cui, continua il documento dei sindaci – a causa di questa mancanza di governance del territorio, la richiesta e l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da cosiddette fonti rinnovabili ha assunto in Sardegna i connotati di una vera e propria emergenza».

Per tutti questi motivi, i firmatari del documento chiedono alla Regione «un incontro per proporre una moratoria su tutte le richieste in itinere di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e non rinnovabili giacenti presso gli uffici della Regione Sardegna, sino all’approvazione definitiva di un nuovo e condiviso piano energetico e ambientale».

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