La Nuova Sardegna

Sassari

Indotto, l’assessore Tellini batte cassa alla Regione

di Gavino Masia
Indotto, l’assessore Tellini batte cassa alla Regione

Chiesto un incontro con Virgina Mura, titolare della delega regionale al Lavoro «Viviamo il dramma dei lavoratori sui quali è calato uno spettrale silenzio»

29 aprile 2014
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PORTO TORRES. È calato il silenzio sul processo di riqualificazione dei lavoratori dell’indotto della zona industriale, beneficiari di ammortizzatori sociali, che venivano utilizzati dagli enti locali in attività di manutenzioni e di supporto agli assessorati. Lo scorso dicembre erano stati avviati dei progetti “on the job”, come previsto dalla delibera regionale di agosto 2013, che avevano previsto dei buoni integrativi in favore di quei lavoratori i cui percorsi di utilizzo sono terminati il 31 dicembre. Nelle scorse settimane l’assessore alle Attività produttive Davide Tellini ha inviato una lettera all’assessore regionale al Lavoro Virginia Mura, chiedendole una particolare attenzione sulle nuove procedure per l’utilizzo dei lavoratori fuori dal ciclo produttivo della chimica verde. Una richiesta avvalorata dal fatto che nel giugno 2012 si era costituita una cabina di regia (decisa da Insar, rappresentanti dell'amministrazione provinciale, Comuni di Sassari, Alghero e Porto Torres, organizzazioni sindacali e datoriali) per dare formalmente il via al piano di sostegno ai lavoratori e alle aziende in crisi dell'area industriale di Porto Torres. Tale piano prevedeva che i lavoratori che erano impiegati nell'indotto venissero accompagnati nel processo di riqualificazione, formazione professionale, autoimpiego, affidato dalla Regione all'Insar. «Dopo il mese di dicembre, nonostante i ripetuti solleciti effettuati all’allora assessore regionale alle politiche del lavoro, sul piano di sostegno agli ex lavoratori dell'indotto è calato uno spettrale silenzio – lamenta l’assessore Davide Tellini –. I fondi messi a disposizione per i lavoratori del progetto Insar dalla precedente giunta regionale, così come riferitomi dal nuovo assessore regionale al Lavoro, “impatterebbero” con il patto di Stabilità e pertanto non sono utilizzabili». L’amministrazione comunale, capofila del progetto con 29 unità lavorative, si ritrova così con una serie di progettualità prive di copertura economica, che tornerebbero molto utili perché prevedono interventi sul patrimonio e decoro urbano e nel contempo il bonus messo a disposizione darebbe una boccate d’ossigeno per l’economia di diverse famiglie. «Quotidianamente siamo in contatto con diversi di questi lavoratori – aggiunge Tellini – e ne viviamo il loro dramma: una realtà fatta di attese del contributo sociale, che quando arriva svanisce nel pagamento delle bollette o prestiti per poter mettere su un pranzo e una cena. E a qualcuno di loro, purtroppo, la banca ha già messo la casa all'asta: a questi lavoratori non credo interessi il patto di stabilità, ma chiedono quello che è un diritto sancito dalla costituzione, ossia il lavoro».

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