La Nuova Sardegna

Sassari

L’alcolismo blocca l’apprendimento: ricerca sarda scopre come

L’alcolismo blocca l’apprendimento: ricerca sarda scopre come

Un gruppo di docenti di Sassari, Cagliari e Palermo pubblica i risultati di uno studio che svela in quale maniera l’alcol compromette alcune funzioni cerebrali

11 agosto 2014
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SASSARI. Durante l’astinenza da alcol il cervello modifica e rallenta le sue funzioni fondamentali, come apprendimento e memoria. Il meccanismo, come una sorta di reset emotivo, favorisce la continua assunzione di alcol. Lo ha scoperto un team italiano composto da ricercatori delle Università di Sassari, Cagliari e Palermo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Pnas.

Gli esseri viventi ricevono e rispondono agli stimoli ambientali durante tutta l’esistenza. Questa monumentale quantità di informazioni è immagazzinata nel sistema nervoso centrale e assicura la plasticità comportamentale dell’organismo. Per mantenere un cervello altamente flessibile non solo generare nuove memorie, ma anche dimenticare è essenziale per adattarsi all’ambiente costantemente mutevole che ci circonda.

Questo comportamento virtuoso - rivela lo studio - non si riscontra nel cervello dell’alcolista in astinenza a causa della mancanza di dopamina, che provoca una drastica riduzione delle spine dendritiche nei neuroni spinosi del Nucleo Accumbens-Striato ventrale (area fondamentale per l’integrazione delle emozioni).

La mancanza di spine dendritiche impedisce la formazione di meccanismi che hanno il potere di cancellare la giusta quantità di informazioni dal cervello e ciò altera profondamente processi emotivi e decisionali dell’alcolista, ha spiegato il professor Marco Diana, che ha coordinato lo studio.

Le modalità con cui il processo avviene - riguardanti in particolare il collegamento tra la dopamina e le spine dendritiche - sono state scoperte da un team di ricercatori coordinato da Diana del Laboratorio di Neuroscienze cognitive “G. Minardi” del dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università di Sassari, in collaborazione con i professori Saturnino Spiga ed Enrico Sanna del dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari e la professoressa Carla Cannizzaro dell’Università di Palermo.

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