Calze elastiche ai malati, l’Asl taglia la fornitura
SASSARI. La Asl non fornisce più le calze elastiche necessarie a prevenire le complicanze dell’insufficienza venosa (varicosi, flebiti superficiali e trombosi, ad esempio). Lo racconta uno...
SASSARI. La Asl non fornisce più le calze elastiche necessarie a prevenire le complicanze dell’insufficienza venosa (varicosi, flebiti superficiali e trombosi, ad esempio). Lo racconta uno sconcertato figlio, che da anni assiste la madre, malata cronica e pensionata al minimo, che da anni usufruisce del riborso dell’azienda sanitaria per il supporto terapeutico. Non il primo a lamentarsi, visto che solo pochi mesi fa un altro paziente aveva raccontato di essere da 9 mesi in attesa-, nonstante una ricevuta con il timbro di accettazione della Azienda sanitaria datato 3 maggio 2013.
UN attesa costellata di decine di telefonate a tutti i numeri di telefono Asl, senza mai ricevere una risposta chiara. «Proprio dopo aver letto quell’articolo – racconta il figlio della anziana malata – ho capito che il mio caso non era l’unico. Anche a noi infatti dal 2013 è stata sospesa la fornitura di calze elastiche, anche a noi non p mai stata data alcuna risposta chiara. Almeno fino all’altro giorno. Quando un’impiegata mi ha spiegato che la convenzione tramite la quale l’Asl acquistava le calze dai fornitori e poi le girava ai malati non era stata rinnovata già dal dicembre del 2012. Non è stata chiara sui dettagli, ha parlato di un ufficio acquisti che non ha elaborato il bando, ma non di un vero e proprio taglio, e men che mai di una carenza di fondi. Insomma, da quello che abbiamo capito si tratta di un assurdo intoppo burocratico, che di fatto blocca l’erogazione delle calze ai malati che ne hanno diritto».
In attesa che gli uffici dell’azienda sanitaria chiariscano l’arcano quel che appare certo è che cronici e oncologici non hanno accesso alle calze elastiche. Che devono essere cambiate ogni sei mesi e hanno un costo di circa cento euro.
Non una cifra enorme. «Ma nemmeno così bassa– sottolinea l’uomo – soprattutto per una donna malata che vive con la pensione minima. Certo in questi mesi abbiamo comunque fatto fronte alla spesa, visto che le calze elastiche sono irrinunciabili per mia madre. Ma quello che non si capisce bene, e che sarebbe invece giusto sapere, e se questa esenzione esiste ancora. Se si tratta di un ritardo, di una negligenza, di un intoppo o di un errore. E in questo caso quando sarà risolto. O invece di un doloroso taglio». Insomma, più che le calze servono risposte, che purtroppo ai malati arrivano fumose e incomplete.