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Uccise il marito, la difesa chiede l'assoluzione

La polizia davanti alla casa di Mario Loi a Caniga
La polizia davanti alla casa di Mario Loi a Caniga

Per i legali di Marina Gavina Orrù si trattò di un incidente. Il pm ha chiesto una condanna a 16 anni. La sentenza è prevista per il 28 novembre

07 novembre 2014
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SASSARI. «Assolvete Marina Gavina Orrù perchè il fatto non costituisce reato, in ciò che è accaduto non c'è alcuna volontarietà». la richiesta degli avvocati Agostinangelo Marras e Letizia Doppiu Anfossi, che difendono la donna di 49 anni accusata della morte del marito, Mario Loi, 54 anni, avvenuta il 17 luglio 2013 a Caniga, nella casa in cui i due abitavano, in seguito a un'accesa discussione sfociata in una colluttazione.

L'udienza di oggi davanti alla Corte d'assise di Sassari, presieduta dal giudice Pietro Fanile, a latere Teresa Castagna, si è aperta con la richiesta dei legali di parte civile, Giorgio Murino, Bastianino Ventura e Maria Laura Vargiu, che si sono sostanzialmente allineati alla versione del pm Carlo Scalas, che lo scorso 13 ottobre aveva chiesto la condanna a 16 anni di reclusione per omicidio volontario. Il magistrato era partito da 24 anni, ridotti per effetto del rito abbreviato con cui si svolge il processo.

Volontario o preterintenzionale, anche per gli avvocati di parte civile si è trattato di un omicidio, e quella coltellata al petto non può essere stata inferta senza dolo. Esattamente il contrario di quello che hanno affermato oggi in aula i legali della difesa, che hanno continuato a supportare la tesi dell'incidente, da sempre sostenuta dall'imputata. La sentenza è prevista per il 28 novembre.

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