La Nuova Sardegna

Sassari

Maturità, oltre 12mila studenti sardi impegnati con la prova scritta di Italiano

Studenti del Canopoleno di Sassari durante la prova d'Italiano
Studenti del Canopoleno di Sassari durante la prova d'Italiano

Al liceo Dettori di Cagliari circa cinquanta docenti incatenati ai cancelli dell'istituto per protestare contro il ddl di riforma della scuola

17 giugno 2015
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SASSARI. Oltre dodicimila studenti sardi sono impegnati per gli esami di Stato. Oggi mercoledì 17 il primo appuntamento con la prova scritta di italiano, uguale per tutti gli istituti. Come ormai consuetudine l'invio delle tracce delle prove scritte avviene attraverso il plico telematico, buste criptate recapitate per via informatica alle scuole. Per la loro apertura è necessaria una password che è stata resa nota soltanto pochi minuti prima dell'inizio dell'esame. Per i ragazzi il solito ventaglio di scelte: analisi del testo, redazione di un articolo di giornale/saggio breve, tema di argomento storico, tema di ordine generale. Sei ore a disposizione per lo svolgimento.

Secondo i dati forniti dall'Ufficio scolastico regionale, i candidati alla maturità sono esattamente 12.616. Quasi tutti interni, 1.2073, gli esterni invece sono 543. Nella (vecchia) provincia di Cagliari l'esercito di ragazzi più numeroso: 5.555 studenti. Poi Sassari (3.853), Nuoro (2.036) e Oristano (1.172). I candidati sono suddivisi in 717 classi e 359 commissioni. In campo non solo gli studenti, ma anche i professori. Impegnati nell'esame di Stato 359 presidenti di commissione e 1.207 commissari.

A Cagliari l'inizio degli esami è stato caratterizzato da momenti di tensione, e non certo quelli tipici legati al timore di affrontare una prova importante. Al liceo Dettori, per esempio, una cinquantina di docenti si è incatetnata ai cancelli dell'istituto per protestare contro il ddl di riforma della scuola. Molti i cartelli appesi alle inferriate: "No alla precarizzazione istituzionalizzata degli insegnanti", "No alla scuola azienda", "No scuola privata", "No al preside sceriffo".

Non sono mancati anche slogan ironici: "Torna a casa Renzie", tanto per citarne uno. «Siamo qui per difendere la scuola pubblica statale - ha spiegato Laura Parisi, docente di filosofia al Liceo classico Siotto, impegnata nella protesta prima di prendere servizio a scuola per gli esami -. Gli insegnanti devono essere favoriti e messi in condizione di insegnare bene, non messi in competizione tra loro: questa è aziendalizzazione. Anche i termini usati fanno riflettere: si parla di incentivi e rimborsi per i consumi culturali».

I docenti sono molto arrabbiati: «Si sta chiudendo il cerchio - spiega Francu De Fabbis, insegnante di sostegno all'Istituto tecnico 'Primo Levì di Quartu, reduce da altre azioni di protesta - Questo è il colpo di grazia». La manifestazione è stata organizzata dal coordinamento insegnanti Cagliari. Più rassegnati che arrabbiati anche per le recenti parole sullo slittamento delle assunzioni dei precari. «Che dire? - commenta qualcuno -  ce lo aspettavamo».

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