La Nuova Sardegna

Sassari

La battaglia delle donne per la breast unit in città

di Gabriella Grimaldi
La battaglia delle donne per la breast unit in città

Tumore al seno, oggi nuovo sit-in del Comitato per avere certezze sull’assistenza «Dopo 3 mesi di incontri siamo giunte alla conclusione che il servizio non esiste»

15 maggio 2017
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SASSARI. Nuovo sit-in del comitato “Noi che non aspettiamo l’8 marzo” per richiedere a gran voce l’istituzione della breast unit, o meglio del percorso multidisciplinare per l’assistenza alle donne colpite da tumore al seno. Oggi alle 14,45 nella sala Angioy della Provincia, poco prima dell’assemblea indetta dalla commissione pari opportunità della Regione istituita di recente, le donne del comitato faranno il punto sulla tormentata realizzazione del percorso fondamentale per garantire cure adeguate e la consulenza di tutte le figure professionali interessate da una patologia che ancora causa la morte di tante persone.

«Dopo tre lunghi mesi di estenuanti incontri con la direzione sanitaria dell’Aou - si legge nel comunicato -, barcamenandoci tra chemio e radioterapie e spesso alla ricerca inutile di appuntamenti per i controlli necessari, siamo arrivate alla conclusione che la tanto auspicata breast unit non esiste. Allo stato attuale i passi fatti riguardano l’istituzione di un gruppo di lavoro composto da medici e operatori sanitari di cui non conosciamo l’identità, il reperimento dei locali della chirurgia, la formazione di tre unità come “case manager” che dovrebbero accogliere le nuove pazienti e l’istituzione di un numero verde dedicato che al momento non è attivo». Per il resto le donne denunciano che l’efficienza in questo delicato settore è da attribuire esclusivamente alla buona volontà e al sapere degli operatori sanitari che ogni giorno lottano al loro fianco contro la malattia. «Come pazienti in questi mesi abbiamo percepito di non essere al centro delle cure e delle attenzioni che ci sarebbero dovute ma strette in mezzo a unità sanitarie distinte che si ignorano, quando non sono in concorrenza. Perciò siamo noi malate che dobbiamo correre da una parte all’altra per organizzarci il percorso di cura, dalla diagnosi alle terapie, dagli interventi chirurgici al sostegno psicologico, dalla riabilitazione al reinserimento alla vita quotidiana o affidarci, quando è possibile, al buon cuore dei medici che ottengono una visita come favore personale. Una vergogna». Con queste motivazioni le componenti del comitato oggi saranno in sala Angioy per coinvolgere quante più persone possibile nella battaglia perché anche a Sassari sia finalmente istituita la breast unit così come prevedono da diversi anni i protocolli europei.

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