La Nuova Sardegna

Sassari

false cartelle equitalia

L’imputata di truffa respinge le accuse: «Sono innocente»

SASSARI. «Se qualcuno ha dilapidato patrimoni, quella persona non sono sicuramente io». Ha provato a difendersi in aula davanti al collegio presieduto da Salvatore Marinaro (a latere Silvia Guareschi...

18 maggio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Se qualcuno ha dilapidato patrimoni, quella persona non sono sicuramente io». Ha provato a difendersi in aula davanti al collegio presieduto da Salvatore Marinaro (a latere Silvia Guareschi e Valentina Nuvoli) Eugenia Cabizza, la donna di 42 anni all’epoca titolare di un’agenzia di pratiche travolta da una bufera giudiziaria.

Venti capi di imputazione, 14 parti civili e in tutto circa venti persone offese. Sono alcuni numeri del processo che vede cinque persone imputate di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Oltre alla Cabizza ci sono suo marito Vincenzo Porcheddu (all’epoca poliziotto), il fratello di lei Cristian Cabizza, Antonello Mulas (dipendente di Equitalia) e Antonino Marogna (impiegato nell’Agenzia del Territorio).

Nel 2013 il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Sassari aveva messo la parola fine a una attività illecita andata avanti per tre anni. L’accusa era quella di avere raggirato diverse persone per un valore che superava i 700mila euro. La Cabizza, il marito e Mulas erano stati arrestati. La donna gestiva insieme al fratello un’agenzia di disbrigo pratiche in diversi uffici pubblici: successioni, accatastamenti e pagamenti di cartelle esattoriali. Secondo quanto emerso dalle indagini della Finanza, aveva il ruolo di primo piano, compreso quello di individuare le vittime da colpire. La Cabizza, con la complicità del dipendente di Equitalia Mulas – che ieri ha testimoniato in aula – e di Marogna, secondo l’accusa produceva la documentazione falsa che veniva poi sottoposta ai clienti per dimostrare l’esistenza di debiti e obbligazioni inesistenti, oppure di importi superiori al reale. Ieri l’imputata, incalzata dalle domande del pm Carlo Scalas e dei legali di parte civile, ha tentato di ricostruire movimenti di assegni e firme lasciando in piedi, in qualche caso, alcuni punti interrogativi. Porcheddu (sospeso poi dalla questura) si sarebbe qualificato più volte come rappresentante delle forze dell’ordine per tranquillizzare i clienti della moglie. E quando i truffati cominciavano a rendersi conto della situazione, avrebbe preannunciato velate ritorsioni. Equitalia si è costituita parte civile. (na.co.)

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative