La Nuova Sardegna

Sassari

Maria, il medico cinese che studia alle “serali”

di Manolo Cattari
Maria, il medico cinese che studia alle “serali”

Il racconto di una ginecologa che ha fatto la cameriera e la ristoratrice  Ora frequenta l’ultimo anno delle Industriali e sogna di aprire una radio

12 febbraio 2018
4 MINUTI DI LETTURA





Fino a che punto si può andar lontani pur restando vicino? Si può girare il mondo. Le pagine della Nuova hanno raccontato un viaggio ai quattro angoli della Terra senza prendere aerei, navi o treni. Semplicemente uscendo di casa: andando al cinema, a fare la spesa o passeggiando per Piazza d’Italia. D’altronde l’aereo trasporta corpi e bagagli, ma sono i viaggiatori a portare in giro la curiosità e la voglia di cambiare. Fino a che punto si possa andar lontani pur restando vicino a casa, mi diventa molto più chiaro dopo aver parlato con Guoying Zhang, o più semplicemente Maria per gli amici sassaresi. Se in tutti gli altri viaggi ho sempre ascoltato la storia dell’altro conservando il mio sistema di lettura della realtà, dalla Cina ritorno un po’ perso. Un po’ come a scuola, quando scopri che non esiste solo il sistema decimale, ma un modo nuovo e diverso di contare, di cui non sai niente. Mi sento così dopo aver parlato con Guoying. Per capirci: Maria lascia la Cina 16 anni fa, per curiosità e voglia di cambiare e si trasferisce in Italia, è una ginecologa, ma in Sardegna ha lavorato come cameriera, estetista, massaggiatrice, tessitrice, ha aperto per un paio d’anni un ristorante e ora frequenta l’ultimo anno delle scuole industriali serali ed è prossima al diploma. Anche solo da questo inizio si sente il bisogno di abbandonare il nostro sistema di riferimento.

La incontro ai servizi sociali allo sportello di mediazione culturale Passepartout. Sorride spesso. È gentile e cordiale nel raccontare di sé e di noi: «In Sardegna sembrate più chiusi e diffidenti rispetto a Prato o a Firenze. Forse perché là ci sono molti più cinesi che vivono e lavorano con gli italiani. Molti italiani pensano che la Cina abbia problemi economici e per questo qui si sentono rispetto a noi come se fossero dei nobili, ma le cose stanno cambiando: la Cina ha un’economia molto forte». Maria racconta che spesso le è capitato sentire sassaresi pensare ai cinesi come mafiosi: «Qua si chiedono come possiamo costruire grandi capannoni e lavorare così tanto? Nella realtà dietro questi capannoni ci sono tanti sacrifici di intere famiglie, che per generazioni hanno lavorato e messo da parte i soldi per investire su queste attività». È questa la cultura cinese: lavorare tanto per mettere da parte e reinvestire.

Maria, come medico, è colpita dalle differenze esistenti tra le due culture nel campo della salute. Racconta che in Cina l’approccio al paziente è molto più olistico e che da noi si prescrivono molti meno antibiotici che nel paese della Grande Muraglia. Anche questo passaggio racconta della differenza di sistema di riferimento: rispetto al nostro concetto di medicina olistica la sua affermazione sembra contraddittoria, ma evidentemente va letta con una diversa prospettiva.

Ma è nella sua vita attuale da studente che Maria vive le grandi differenze con la sua cultura di provenienza: «Qui succede che lo studente litiga in classe con il professore davanti a tutti. Da noi questo è inconcepibile». La nostra scuola le sembra molto libera: «Si può mangiare e andare in bagno quando si vuole». Racconta che in Cina la scuola è l’unica responsabile di ciò che succede ai ragazzi in classe, per cui non esistono interferenze con i genitori che affidano completamente i loro figli agli insegnanti. I professori hanno perciò molto potere che si traduce in grande rigore comportamentale, secondo lei è per questo che molti bambini cinesi presentano difficoltà nelle nostre classi, che trovano molto chiassose e disordinate.

L’obiettivo di Maria è imparare al meglio la nostra lingua per poter esercitare come dottoressa e fondare una radio mista cinese/italiana, per i cinesi che vivono a Sassari. In Cina la radio è sviluppatissima e si ascolta ovunque.

Della nostra cultura ama la sincerità. Secondo lei bisogna avere un modo molto delicato di esprimersi con le persone, perché i rapporti sociali sono molto importanti. Per questo è così sconveniente litigare con un professore. Questo concetto in Cina si esprime con la parola liuminzi che si traduce con il “non offendere una persona in pubblico, non far perdere la faccia a qualcuno, ma anche non mancare di parola”. Liuminzi è uno stile di vita fatto di rispetto e di attenzione verso l’altro. «A Sassari invece si usa una comunicazione più diretta». Maria apprezza proprio la nostra schiettezza, parlare in modo diretto è utile per far capire subito qualcosa a chi si ha difronte. Questo è un aspetto che non appartiene ai cinesi, anche tra amici certe cose si tengono dentro e non si dice direttamente quando l’altro sbaglia. Che meraviglia! Ciò che le piace e non le piace si fondono nella stessa cosa. Bianco e nero, yin e yang, lontano e vicino, Cina e Sassari. Mi sono perso e ritrovato. Come uscirne… Ah si, Maria adora la Margherita con le patatine fritte sopra e pure io. Zàijiàn (arrivederci) Guoying.

Finisce con lei il primo viaggio intorno al mondo a km 0. Grazie per avermi accompagnato e... Avvidezzi da Sassari, già città del Mondo e sempre più Mondo dentro la città. Al prossimo viaggio.



In Primo Piano
Trasporti

Numeri in crescita nel 2023 per gli aeroporti di Olbia e Cagliari, in calo Alghero

Le nostre iniziative