La Nuova Sardegna

SASSARI. Il gruppo Dem perde pezzi, e questo è un segnale preoccupante. Nell’apertura di seduta dell’ultimo consiglio comunale, la consigliera Lisa Benvenuto ha annunciato il passaggio al gruppo misto di maggioranza. Il casus belli, anche in questo caso, la mozione sul Consorzio Industriale. Nel mirino dei firmatari, indirettamente, c’è anche il direttore fresco di nomina, ovvero Salvatore Demontis. Il documento chiede infatti l’annullamento dell’incarico conferito all’ex consigliere comunale. Ma il soriano Demontis fa parte della corrente di riferimento di Lisa Benvenuto, ed è normale che lei non condivida e non si riconosca nella mozione protocollata a nome del Pd. «Sono stata eletta come consigliera comunale del Partito Democratico e fino ad oggi, nonostante le diverse scivolate, ci siamo sempre rialzati insieme – ha dichiarato – Oggi, oltre al dispiacere che personalmente provo nel seguire il confronto, sulla stampa, dei più importanti esponenti del mio partito, mi trovo in una condizione di profonda difficoltà. Manca, all’interno del mio gruppo consiliare, il confronto leale che io ho sempre garantito. E oggi non posso pensarla diversamente dopo che per mesi, ormai 4 anni, ho partecipato a riunioni ed incontri, frettolosi o eterni, nei quali una maggioranza precostituita imponeva, invocando i principi della democrazia, una scelta (soprattutto incentrata sul metodo), che molto spesso si discostava dalla mia posizione. Fino al punto estremo di ignorarmi, protocollando una mozione che, a nome PD, chiedeva chiarimenti sull’attuazione delle politiche di sviluppo del Consorzio Industriale. Spostando il confronto (legittimo) di un gruppo consiliare complesso, come quello del PD, direttamente in aula». E ancora: «Purtroppo oggi posso solo constatare che, all’interno del mio gruppo consiliare, manca soprattutto la volontà di andare oltre le posizioni personali». Quando nella VI commissione si sono presentati il presidente e i tecnici del Consorzio Industriale, Lisa Benvenuto si è presentata in aula. «Ho seguito la commissione da uditore perché, nonostante non potessi prendervi parte, la capogruppo del Partito Democratico, ha ritenuto non fosse opportuna la mia sostituzione “viste le posizioni differenti”. Ho compreso le motivazioni di questa scelta, ma… É legittima? Non so più quanto l’insieme dei comportamenti adottati dal mio gruppo consiliare siano politicamente corretti. So però che questo modo di fare non mi appartiene. Ne prendo le distanze e non vedendo più garantita la rappresentatività delle mie posizioni, sosterrò la maggioranza ma fuori dal gruppo del Pd». (lu.so.)