OLMEDO. «Andrea diventi ora la vostra guida, non smettete mai di pensare a lui, non dimenticatelo. E nelle vostre scelte siate illuminati dal suo esempio. Non rinunciate ai vostri sogni, cercate di realizzarli come ha fatto il vostro amico. E se è mai possibile dare un senso alla morte, vorrei che la vita di Andrea diventi una strada da seguire per tutti voi».
Parole che toccano il cuore e gonfiano gli occhi di lacrime nella chiesa di Nostra Signora di Talia, quando alla fine della funzione religiosa una suora legge dall’altare il messaggio che Sofia – la mamma del giovane cuoco di 21 anni morto dieci giorni fa in un incidente stradale in Lombardia – ha voluto scrivere per i giovani amici del figlio, perché il suo esempio non venga dimenticato.
È un pomeriggio di fine maggio, ma fuori dalla chiesa di Olmedo anche il cielo è grigio e triste. Davanti a quelle parole così dolci – di una mamma distrutta dal dolore ma capace nel momento più duro della sua vita di cercare un motivo di speranza per il prossimo – in pochi riescono a trattenere l’emozione. Il paese è tutto qui per stringere in un grande abbraccio Marco Selis, agente di polizia penitenziaria, sua moglie Sofia e Fabio, il fratellino di Andrea di 12 anni. Ci sono le colleghe e i colleghi di Marco, tanti in divisa e molti in borghese: tutti con gli occhi lucidi e un grande senso di smarrimento. Ci sono i ragazzi della squadra di calcio “Gsd Olmedo” che su una maglietta hanno scritto: «Il tuo sorriso era la tua più grande forza, i tuoi occhi la nostra più grande sicurezza. Buon viaggio Andrea». Chi non ha trovato posto dentro la chiesa attende fuori, in rigoroso silenzio, l’uscita della bara.
Dall’altare don Gaetano Galia, amico di famiglia e cappellano del carcere di Bancali, dove lavora Marco Selis, prova a consolare i genitori del giovane cuoco. «Non abbiate rimpianti – dice il sacerdote – per aver lasciato che vostro figlio andasse a realizzare i suoi sogni. Siate orgogliosi di quello che Andrea ha realizzato. Perché come dice il poeta Khalil Gibran “voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti». Un volo di palloncini bianchi e le sei lettere del nome “Andrea” salutano l’uscita della bara dopo la funzione. Sul sagrato Marco, Sofia e Fabio si prendono per mano e accompagnano Andrea verso l’ultimo viaggio, davanti a un paese intero che non può trattenere le lacrime.
Olmedo in lacrime per Andrea

Tutto il paese ai funerali del cuoco morto in un incidente. La mamma agli amici: diventi la vostra guida