La Nuova Sardegna

Sassari

«La Forestale non si fa intimidire»

di Daniela Deriu

Dopo le minacce parla Costantino Zanza. Un fenomeno che si diffonde. Indagini a tutto campo

04 ottobre 2019
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TORRALBA. «Non arretreremo di fronte a questo ignobile gesto». Non trema l’ispettore del Corpo Forestale, Costantino Zanza. Nonostante quella carcassa di cinghiale a penzoloni, appesa a un cartello stradale bucato dai pallettoni, con scritta sopra una esplicita minaccia di morte: «Ispettore Zanza, farai questa fine». Non trema e anzi avvisa: «L’episodio che mi ha colpito rappresenta un fenomeno che si sta diffondendo con maggiore e inquietante frequenza, in molte zone del territorio isolano, in danno alle forze dell’ordine. Tuttavia il Corpo Forestale non ha nessuna intenzione di arretrare».

Un atto vile, con la caccia agli autori che prosegue, con indagini a tutto campo nel territorio del Meilogu. A ritrovare il messaggio intimidatorio sono stati i carabinieri della compagnia locale che, dopo aver provveduto all’immediato sequestro dei corpi del reato, si sono messi subito a caccia, coadiuvati chiaramente dal Corpo Forestale, che vuole dimostrare con forza di non temere nessuna minaccia, e da tutte le forze dell’ordine.

Nessuna pista è esclusa, con gli inquirenti stanno esaminando nei particolari, oltre alle eventuali tracce lasciate sul posto dagli autori della scritta intimidatoria, anche il contesto generale che si potrebbe celare dietro le minacce.

L’ episodio inusuale, quanto gravissimo, ha colpito molto la comunità locale, rimasta assolutamente incredula per la violenza dell’azione.

Immediata si è dispiegata una fitta rete di solidarietà per l’ispettore Costantino Zanza, che ha ricevuto numerosi attestati di stima, e inviti a «non mollare» da parte dei colleghi, ma anche dei sindaci, delle istituzioni e in particolare del sindaco di Bonorva, Massimo Dagostino, suo compaesano, nonché da tante persone che conoscono la professionalità dell’ispettore.

Costantino Zanza ha, infatti, prestato servizio nel territorio del Coros e solo da poco tempo opera nella stazione di Thiesi che fa capo ai paesi di Banari, Bessude, Bonnanaro, Borutta, Cheremule, Siligo, Thiesi e Torralba.

Ma non è solo una, pur gravissima, questione personale. L’atto intimidatorio, oltre a colpire l’ispettore, tenta di intimidire infatti anche un’istituzione che opera con sollecitudine e grande sforzo per la protezione del territorio. Il Corpo Forestale è, infatti, una forza di polizia ad ordinamento civile con funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza specializzata nella difesa del patrimonio agro-forestale, esperta nelle indagini sui reati contro l’ambiente, in particolare sui reati di incendi boschivi.

È struttura dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente e costituisce a tutti gli effetti un Corpo di Polizia alle dipendenze della Regione. Dal 1990 ad oggi il Corpo ha ottemperato con grande professionalità a tutti i compiti tecnici e di polizia giudiziaria assegnateli.

Queste ed altre peculiarità hanno nel corso degli anni aumentato l’esposizione dei suoi operatori ad atti di questo genere e ad altri ancor più gravi, quali attentati, tentati omicidi, minacce e ritorsioni.

L’Istituzione è sempre stata comunque vicina ai suoi dipendenti, assicurando, in molti casi, i colpevoli alla giustizia, grazie anche alla collaborazione tra forze dell’ordine locali, come i carabinieri, che in queste ore conducono le indagini con gratitudine dell’ispettore. «Devo ringraziare – dice infatti Costantino Zanza – l’arma dei carabinieri per la professionalità con la quale sta conducendo le indagini». E queste ultime, come le recenti conclusesi con alcuni arresti da parte degli uomini e donne del Corpo Forestale, non saranno chiuse «finché gli autori non saranno consegnati alla Giustizia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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