La Nuova Sardegna

Sassari

Il commento - La sugar tax farà bene alla salute

di Eugenia Tognotti
Il commento - La sugar tax farà bene alla salute

L'Oms predica da sempre contro l'eccesso di grassi, zucchero e sale: gli studi dimostrano la correlazione tra il consumo di bevande dolcificate e l'obesità

20 ottobre 2019
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Il vade retro merendine ha funzionato. Spero non accada altrettanto per la chiacchieratissima Sugar tax. Annunciata più e più volte negli anni, quando comincia a spandersi odor di manovra economica, la tassa sulle bibite zuccherate non sembrerebbe destinata – se non è solo un’impressione – a ricadere questa volta nell’oblio fino alla prossima occasione.

A meno che le inevitabili posizioni divergenti – vedi quelle della Federalimentare, della Lega e della neoformazione politica Italia viva, schierata su posizioni pro-edulcorazione – non riescano a rafforzare il fuoco di sbarramento e a far cancellare dalla manovra il discusso “balzello”. Se non è esagerato ricorrere a questo termine – usato storicamente per tasse odiose come quella, famigerata, sul macinato – per un prelievo circoscritto alle bibite e alle polveri utilizzate per produrre bibite, che sarà di dieci euro per ettolitro e di 25 centesimi al chilogrammo di polveri.

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È significativo che nelle polemiche sulla tassazione delle bibite con zuccheri aggiunti e merendine abbiano avuto così poco spazio il tema della salute, la voce delle società mediche e scientifiche e la raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Che, da sempre, predica contro l’eccesso di grassi, zucchero e sale, chiamando in causa studi che dimostrano la correlazione tra il consumo di bevande spazzatura – bibite gassose e dolcificate – e obesità, con l’inevitabile seguito di minacciose previsioni di un futuro carico di malanni e di cattiva salute, a carico del sistema sanitario.

Non per niente, mentre in Italia, lobby e forze politiche in cerca di consenso, alzano muri, ben 50 Paesi, cinque solo nell’ultimo anno, hanno adottato provvedimenti, leggi e misure di contenimento che vanno dalla sugar tax sulle bevande zuccherate alla promozione di corsi di educazione alimentare nelle scuole, al divieto di pubblicità di cibi con troppi zuccheri, sale e grassi, destinati ai bambini. I nostri, voglio dire gli italiani, non fanno eccezione nel contesto europeo: tre su dieci sono in condizioni di sovrappeso o obesità. Un dato confermato da un documento pubblicato nel giugno 2018 dal Joint Research Centre della UE, secondo il quale queste due condizioni – foriere di varie patologie – interessano tra il 31 e il 35% dei bambini italiani di 11 anni.

È guardando al futuro, che un gruppo di medici, nutrizionisti, e operatori del settore avevano inviato, mesi prima che si delineasse questa discussa manovra, una lettera aperta al Ministro della salute sollecitando proprio l’ introduzione di una tassa sulle bevande zuccherate (con valori progressivi sul modello della norma inglese Soft Drinks Industry Levy ), nonché il ricorso a restrizioni per la pubblicità di prodotti alimentari destinati ai bambini.

Non c’è da aspettarsi – e lo sappiamo bene – che da sola l'educazione alimentare agisca con efficacia contro l'obesità e la malnutrizione. A dimostrarlo le esperienze accumulate con la lunga guerra anti-tabacco: l’equazione fumo uguale danno alla salute, resa esplicita attraverso immagini e luttuosi avvertimenti, non è bastata a disincentivare i consumi e solo le severe leggi antifumo hanno permesso di raccogliere successi ormai misurabili.

Non sarebbe male che questi giorni si prendesse in considerazione l’assennata proposta avanzata nella lettera al ministro: destinare le entrate derivante dalla sugar tax per avviare programmi di educazione alimentare e incoraggiare modelli più salutari, anche sotto forma di riduzioni delle tasse per prodotti con un profilo nutrizionale equilibrato. E, ancora, per concedere sconti alle famiglie disagiate sul prezzo dei pasti distribuiti a scuola, nonché per programmi di avvio allo sport.

Sperando di non imbattersi – parlando di prevenzione e di salute – nelle critiche di qualcuno che parla di “Stato nanny”, stato tata. Come se la tassa sulle bibite zuccherate aprisse la strada all’interventismo integralista o al salutismo di Stato.
 

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