URI. Si svolgeranno oggi alle 15.30, nella chiesa di Nostra Signora di Paulis, i funerali di Michele Petretto, il trentanovenne morto lunedì scorso in un terribile scontro frontale sulla strada 127 bis, tra Olmedo e Alghero, al chilometro 27. Nel rettilineo tra la cantoniera di Rudas e il compendio agricolo di Surigheddu, il giovane ha perso il controllo della vettura e ha invaso la corsia opposta, sfiorando prima un furgone e poi centrando in pieno un’altra auto. Tra le cause dell’incidente forse una distrazione o un malore del conducente.
L'Amministrazione comunale di Uri, «ritenendo di interpretare il comune sentimento della popolazione», ha deliberato di proclamare il lutto cittadino in concomitanza con il funerale, in segno di cordoglio per la prematura e tragica scomparsa, partecipando al dolore dei familiari e di tutta la comunità.
L'Amministrazione invita gli esercizi commerciali ad abbassare le serrande dei locali, in segno di lutto durante la celebrazione della funzione funebre e al passaggio del corteo; invita inoltre tutti i cittadini, le organizzazioni sociali, culturali, scolastiche e sportive a manifestare il proprio cordoglio nelle forme ritenute opportune e ad adottare comportamenti conformi al comune sentimento del paese.
Sull’incidente interviene anche l’Associazione Motociclisti incolumi. «L’ultima tragedia sulla SS127 bis è l’ennesima dimostrazione di ciò che succede, per una banale perdita di controllo, se le correnti di traffico opposte non sono separate da uno spartitraffico – dice il referente della Sardegna per l’Ami Michele Vacca – È assurdo che nonostante Anas e Regione ribadiscano questo fondamentale concetto, il Ministero competente continui a sostenere che l’ultimo lotto della Sassari-Alghero debba esser costruito con una carreggiata a doppio senso, con una singola corsia per ciascun senso di marcia.
I volumi di traffico non possono essere l’unico parametro per la scelta del numero di corsie, perché i costi sociali umani ed economici degli incidenti con morti e feriti sono superiori rispetto a quelli per la costruzione di strade a carreggiate separate. Ne abbiamo avuto la dimostrazione con la Sassari-Olbia: nel 1961 si spesero miliardi di lire e si modificò profondamente il territorio per costruire una strada più dritta della precedente e senza incroci a raso, ma a corsia unica. Da subito sono successi incidenti gravi e ci si è resi conto che serviva una strada a quattro corsie. Pertanto si è dovuto nuovamente intervenire sul territorio, spendere milioni di euro e a distanza di cinquant’anni la strada non è ancora terminata. E si continua a morire, e dal 1995 ad oggi, a seguito di sorpassi azzardati, colpi di sonno o malori, hanno perso la vita più di 100 persone, e tante altre sono rimaste invalide».
Uri, oggi l’ultimo saluto a Michele Petretto

Alle 15,30 i funerali del giovane morto nel frontale sulla Olmedo-Alghero I Motociclisti Incolumi: «Solo le barriere spartitraffico possono salvare le vite»