Sassari, rischio crollo dopo il rogo: «Ora piove dentro casa»
di Luca Fiori
Un incendio a fine settembre aveva distrutto l’appartamento sovrastante. L’insegnante che vive al piano di sotto chiede aiuto: «Qualcuno intervenga»
11 novembre 2019
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SASSARI. Prima la paura per l’incendio che a fine settembre ha distrutto l’appartamento sovrastante, ora il terrore che i danni di quel rogo – a cui nessuno ha ancora posto rimedio – possano causare un crollo improvviso e danneggiare irrimediabilmente l’abitazione in cui da qualche giorno ha iniziato a piovere dal soffitto.
Dopo aver chiesto aiuto al Comune, alla polizia locale, ai vigili del fuoco e alla Asl, Francesca Sau, insegnante dell’istituto Alberghiero (che vive insieme al figlio di 13 anni nella palazzina di via Saffi in cui il 25 settembre era scoppiato un incendio) si è rivolta alla Procura della Repubblica.
«Qualcuno deve intervenire immediatamente – spiega la donna mentre mostra preoccupata le crepe sul soffitto della cucina – prima che il solaio ci crolli sulla testa. Dopo le forti piogge degli ultimi giorni la situazione, già disastrosa, è ulteriormente peggiorata».
Dopo il rogo di settembre l’appartamento in cui viveva un invalido di 72 anni è stato messo sotto sequestro. Ma nessuno ha provveduto a fare in modo che quello sottostante non continuasse a subire danni. Dovuti inizialmente alla gettata d’acqua utilizzata per domare le fiamme e ora a quella che ogni volta che piove si riversa dalle finestre nell’abitazione bruciata e ormai priva di infissi.
«Il problema è anche di natura sanitaria – spiega Francesca Sau – l’immobile sopra i mio è stipato di pannoloni usati, resti di cibo, animali putrefatti, insetti, ceneri dell’incendio, muffe e altra spazzatura. Un ammasso di rifiuti – aggiunge l’insegnante – che emana esalazioni tossiche in tutta la palazzina».
Da anni i servizi sociali e l’ufficio igiene del Comune erano a conoscenza del fatto che nella palazzina di via Saffi vivesse un accumulatore seriale di rifiuti, ma solo dopo l’incendio di un mese e mezzo fa era stata emessa un’ordinanza con cui si ordinava ai proprietari la pulizia dell’appartamento e il ripristino delle condizioni di sicurezza. Nessuno però è intervenuto, il proprietario è andato via e i sigilli apposti dopo il rogo impediscono a chiunque di entrare. «Se accadrà qualcosa a me e alla mia famiglia – spiega Francesca Sau – qualcuno dovrà assumersi la responsabilità. La mia cucina dopo l’incendio è stata dichiarata inagibile dai vigili del fuoco – aggiunge la donna – ma io non posso chiamare un’impresa per metterla in sicurezza perché la persona che ha causato il danno è sparita. Spero che la Procura trovi una soluzione – conclude l’insegnante – ma non c’è più tempo da perdere».
Dopo aver chiesto aiuto al Comune, alla polizia locale, ai vigili del fuoco e alla Asl, Francesca Sau, insegnante dell’istituto Alberghiero (che vive insieme al figlio di 13 anni nella palazzina di via Saffi in cui il 25 settembre era scoppiato un incendio) si è rivolta alla Procura della Repubblica.
«Qualcuno deve intervenire immediatamente – spiega la donna mentre mostra preoccupata le crepe sul soffitto della cucina – prima che il solaio ci crolli sulla testa. Dopo le forti piogge degli ultimi giorni la situazione, già disastrosa, è ulteriormente peggiorata».
Dopo il rogo di settembre l’appartamento in cui viveva un invalido di 72 anni è stato messo sotto sequestro. Ma nessuno ha provveduto a fare in modo che quello sottostante non continuasse a subire danni. Dovuti inizialmente alla gettata d’acqua utilizzata per domare le fiamme e ora a quella che ogni volta che piove si riversa dalle finestre nell’abitazione bruciata e ormai priva di infissi.
«Il problema è anche di natura sanitaria – spiega Francesca Sau – l’immobile sopra i mio è stipato di pannoloni usati, resti di cibo, animali putrefatti, insetti, ceneri dell’incendio, muffe e altra spazzatura. Un ammasso di rifiuti – aggiunge l’insegnante – che emana esalazioni tossiche in tutta la palazzina».
Da anni i servizi sociali e l’ufficio igiene del Comune erano a conoscenza del fatto che nella palazzina di via Saffi vivesse un accumulatore seriale di rifiuti, ma solo dopo l’incendio di un mese e mezzo fa era stata emessa un’ordinanza con cui si ordinava ai proprietari la pulizia dell’appartamento e il ripristino delle condizioni di sicurezza. Nessuno però è intervenuto, il proprietario è andato via e i sigilli apposti dopo il rogo impediscono a chiunque di entrare. «Se accadrà qualcosa a me e alla mia famiglia – spiega Francesca Sau – qualcuno dovrà assumersi la responsabilità. La mia cucina dopo l’incendio è stata dichiarata inagibile dai vigili del fuoco – aggiunge la donna – ma io non posso chiamare un’impresa per metterla in sicurezza perché la persona che ha causato il danno è sparita. Spero che la Procura trovi una soluzione – conclude l’insegnante – ma non c’è più tempo da perdere».