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Sassari, liste d’attesa chiuse ed esami a un anno: prevenzione addio

Luigi Soriga
Sassari, liste d’attesa chiuse ed esami a un anno: prevenzione addio

Oculisti non pervenuti e mammografie solo oncologiche. In città per una risonanza se ne parla a ottobre del 2021 

11 ottobre 2020
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SASSARI. La sanità sassarese continua ad arrancare dietro le liste d’attesa. Da una parte c’è il tentativo di recuperare una valanga di prestazioni saltate durante il lockdown, dall’altra ci sono le agende che continuano a riempirsi di nuove prenotazioni.

Chi chiama il Cup per fissare un esame programmato (senza l’urgenza), talvolta si ritrova catapultato a oltre un anno. Per le visite oculistiche addirittura gli elenchi sono chiusi, e quindi risulta impossibile avere una data disponibile nemmeno per il 2022.

Stesso identico problema per una spirometria globale o una spirometria semplice, e ancora più grave, agende blindate per le visite pneumologiche. Questo non sarebbe nemmeno consentito dalla legge, perché la sanità ha il dovere di garantire una data utile ad ogni utente.

Ma vediamo l’esperienza diretta dei pazienti: «Ho bisogno di una risonanza magnetica della colonna lombosacrale – spiega un uomo di 62 anni – soffro di dolori e il mio medico mi ha prescritto un esame più approfondito. Farlo privatamente per me è improponibile, perché ha costi molto alti. Quindi mi sono rivolto al Cup. La prima data disponibile che mi hanno offerto in città è il 1 ottobre 2021 all’ospedale Santissima Annunziata. Cioè dovrei aspettare un anno».

Il problema è che al momento, altre strutture del territorio che erogavano questa tipologia di accertamenti, risultano in “pianificazione”, cioè non mettono le proprie agende a Cup. Quindi i tempi si dilatano, e anche per una risonanza del cervello il primo appuntamento disponibile è al Santissima Annunziata per il 1 ottobre 2021. Se invece si è disposti ad andare a Ozieri, i tempi si riducono parecchio, e il primo “buco” nel quale inserirsi è a dicembre.

Attese infinite invece per una tac al torace. Il primo apparecchio disponibile è al Palazzo Clemente ad agosto del 2021. Tempi biblici anche per ottenere un ecoaddome.

E poi c’è il discorso prevenzione. Al momento le uniche mammografie prenotabili a Cup sono quelle riservate ai pazienti oncologici.

Per quanto riguarda invece la campagna di screening è tutto fermo, e chi non ha una impegnativa urgente deve portare pazienza. Questo significa che chi dovesse avere un tumore allo stadio iniziale, o ha la possibilità di rivolgersi al privato oppure la sanità pubblica si ritroverà in carico, dopo un anno, un paziente con un quadro clinico già compromesso.

E il discorso si allarga per un diabetico ancora gestibile con dieta e pastiglia, il quale senza la possibilità di ottenere controlli in tempistiche accettabili, avrà grandi possibilità di evolvere in paziente insulinico.

Ciò che soprattutto salta all’occhio è la velocità differente con la quale marcia la sanità privata e quella pubblica.

Il Covid è stata una terribile palla al piede per qualsiasi struttura, tutti hanno in qualche modo dovuto scalare e rallentare l’andatura. Ma i centri privati ormai sono quasi rientrati al vecchio regime, erogando la mole di prestazioni pre lockdown.

Tutto questo nonostante restino in vigore i protocolli di sanificazione per il contenimento dei contagi. Invece chi ancora arranca visibilmente e non riesce a riprendere i propri bioritmi assistenziali è la sanità pubblica.

La mole di produzione delle prestazioni è ancora decisamente al di sotto degli standard, e la corsa per recuperare le vecchie liste d’attesa è tutta in salita.

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