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Sassari

Licenziato per tre volte a Sassari, vince la battaglia legale

Licenziato per tre volte a Sassari, vince la battaglia legale

Il funzionario Marco Cornaglia reintegrato dalla corte d’Appello all’interno della Divina Provvidenza

06 novembre 2020
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SASSARI. Licenziato per ben tre volte in dodici anni dalla Casa Divina Provvidenza e poi costretto dal 2008 al 2016 a percepire lo stipendio senza poter mettere piede sul luogo di lavoro, qualche giorno fa Marco Cornaglia, sassarese di 57 anni, funzionario della casa di riposo di piazza Sant’Agostino dal 1984, ha visto trionfare le proprie ragioni davanti ai giudici della sezione lavoro della Corte d’Appello di Sassari.

Ribaltando la decisione dei giudici di primo grado, il presidente Marcello Giacalone e i consiglieri Francesca Lupino e Cristina Fois hanno accolto le richieste dell’avvocato Stefano Pilo e reintegrato il funzionario che ora potrà finalmente a svolgere il suo lavoro.

Con la sentenza i giudici di secondo grado hanno annullato il licenziamento per giusta causa del 2016 e imposto alla Casa della Divina Provvidenza di reintegrare Cornaglia nella sua posizione lavorativa. La casa di riposto è stata condannata anche al pagamento di 12 mensilità al lavoratore.

«Ma non mi fermo qui – annuncia il funzionario che è anche segretario territoriale del Csa, organizzazione sindacale autonoma – con il mio legale presenteremo una denuncia alla Procura della Repubblica per “costrittività organizzativa” per quello che ho dovuto subire dal 2008 al 2016 quando non mi era permesso di svolgere il mio lavoro».

Proprio in quel frangente era sopraggiunto l’ultimo licenziamento. A Cornaglia erano state mosse diverse accuse, tra cui condotte inadeguate sul luogo di lavoro.

Ma per i giudici «non potendo svolgere alcuna mansione da nove anni – si legge nella sentenza – nessun giudizio di superficialità e di inaffidabilità rispetto alle obbligazioni contrattuali può essere espresso nei suoi confronti». La battaglia legale tra Cornaglia e la Divina Provvidenza va avanti da anni. «La mia unica colpa è quella di pretendere di far rispettare i contratti alla lettera – spiega – e questo dà fastidio».

Il primo intoppo risale al 2004. Una crisi economica impone alla struttura per anziani di tagliare il personale e Cornaglia è tra quelli che restano fuori. A metà del 2006 le difficoltà vengono risolte, lo richiamano e addirittura lo promuovono a funzionario amministrativo. Non passa molto tempo, però, perché varchi di nuovo la porta d’uscita. Il ben servito arriva il 7 dicembre 2007 con il licenziamento disciplinare per giusta causa. Ma il giudice del lavoro lo reintegra in un procedimento d’urgenza. Dal 2008 però non può mettere piede in ufficio e nel 2016 lo licenziano un’altra volta. Ma anche questa volta – hanno stabilito i giudici d’Appello – potrà riprendersi il suo posto di lavoro. (l.f.)

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