La Nuova Sardegna

Sassari

«Con i soldi dell’Europa formiamo i nostri giovani»

di Barbara Mastino
«Con i soldi dell’Europa formiamo i nostri giovani»

Il sindaco di Ozieri lancia proposte in vista della ripartizione dei fondi del Pnrr Idee anche contro lo spopolamento: «Puntiamo sull’accoglienza strategica» 

02 gennaio 2022
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OZIERI. Progetti per la formazione dei giovani e per l’accoglienza sia umanitaria sia anche e soprattutto “strategica” in vista della ripartizione a livello regionale e locale dei fondi del Pnrr. È la proposta del sindaco di Ozieri Marco Murgia in vista dell’avvio della pianificazione regionale sull’utilizzo della quota destinata alla Sardegna dei fondi europei, sulla quale di recente si è svolto un primo dibattito a livello provinciale tenutosi a Nule. «Ritengo che la pianificazione regionale dovrebbe innanzitutto prevedere l’assegnazione ai singoli Comuni di fondi destinati ai giovani – dice il primo cittadino Marco Murgia – da destinare alla formazione, in particolare all’alta formazione tecnica, e al tutoraggio per la creazione di impresa. Solo sostenendo i giovani nell’autorealizzazione infatti – sostiene Murgia – si può contrastarne l’emigrazione e favorirne la stabilità economica, che può portare come conseguenza anche una maggiore sicurezza nel voler mettere su famiglia. È utile creare servizi, come gli asili nido e le palestre scolastiche, ma chiediamoci: per chi li stiamo creando?».

Per contrastare lo spopolamento occorre investire sulle risorse umane, trattenendo quelle presenti e accogliendone altre. E qui entra in gioco quella che Murgia definisce «accoglienza strategica», ovvero la creazione di attrattive per un’immigrazione anche temporanea di giovani, ma non solo, con competenze. «E queste attrattive – dice il sindaco di Ozieri – a mio parere sono la qualità della vita e le infrastutture soprattutto digitali, che favoriscano per esempio il lavoro a distanza».

Per quanto invece riguarda l’accoglienza umanitaria, anche in questo caso si può e si deve intervenire, secondo Murgia, «con politiche di gestione dei flussi migratori che possano consentire di selezionare le risorse umane necessarie per lo sviluppo locale. Non dimentichiamo cosa successe quindici anni fa – aggiunge – quando giunsero anche in Sardegna centinaia e migliaia di ragazzi dalla Romania o dall’Albania che vennero impiegati nelle campagne e nell’edilizia. Dopo anni di lavoro molti di loro sono tornati nei loro luoghi di nascita portandosi giustamente via le risorse nel frattempo faticosamente accumulate. Non siamo stati capaci di creare attrattive per trattenerli e non siamo riusciti, o non abbiamo voluto, integrare queste persone, e ora in certi settori c’è disperato bisogno di manodopera competente che invece ci siamo lasciati sfuggire. Sono sicuro – conclude – che con adeguate politiche di integrazione la storia sarebbe potuta andare diversamente. Questa volta dobbiamo riuscire a non commettere gli stessi errori».

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