La Nuova Sardegna

Sassari

«Eni, pazienza esaurita ora partano le bonifiche»

di Gavino Masia
«Eni, pazienza esaurita ora partano le bonifiche»

Il presidente della Regione e il sindaco dopo la sentenza del Consiglio di Stato: «Questo territorio è la vera vittima, non possiamo perdere altro tempo»

15 gennaio 2022
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PORTO TORRES. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dall’azienda Eni Rewind Spa (ex Syndial) e l’ha condannata come soggetto responsabile dell’inquinamento della falda acquifera dell’area del carbondotto - di pertinenza della centrale di Fiume Santo - inserita nella zona industriale di Porto Torres. Una sentenza che ha confermato quanto già deciso nel 2020 dai giudici della seconda sezione del Tar Sardegna e che mette dunque fine ad un contenzioso nato nel 2013 e proseguito sino allo decisione di mercoledì scorso.

Si tratta di terreni molto vicini all’area industriale su cui Eni Rewind dovrà provvedere alla messa in sicurezza e al ripristino ambientale del sito contaminato, individuato proprio nella falda acquifera dell’area del carbondotto di pertinenza della termocentrale elettrica. «Dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato – precisa il presidente della Regione Christian Solinas - non ci sono più dubbi: la responsabilità dell’inquinamento dell’area di Porto Torres è in capo all’Eni. La pazienza è terminata e non è più accettabile attendere ulteriormente: l’azienda di Stato deve provvedere immediatamente al risanamento dell’area». La società del gruppo Eni aveva acquisito per legge tutti i beni, terreni, impianti e dotazioni accessorie della società Sir, subentrando perciò alla stessa Società italiana resine in tutti i rapporti giuridici e con gli obblighi ambientali relativi alla gestione dello stabilimento.

«La Regione non ha neanche potuto costituirsi in giudizio perché non era stato impugnato alcun atto regionale – aggiunge il governatore Solinas – in quanto atti della Provincia di Sassari, che aveva ordinato il ripristino ambientale sulla base dei rilievi tecnici realizzati dall’Arpas, e del Comune di Porto Torres. Dopo le bonifiche, sarà anche il momento di vedere realizzati i progetti di riconversione legati alla chimica verde, in un quadro già tracciato negli accordi con l’azienda di Stato, e che fino ad ora sono stati disattesi».

Il Comune di Porto Torres prende atto del pronunciamento del Consiglio di Stato, che per l’ente locale rappresenta un punto fermo e fissa una verità giudiziaria oramai non più discutibile. «Il nostro territorio è senza dubbio stato vittima – dichiara il sindaco Massimo Mulas - ma ora attende con determinazione e fiducia che si inizi a scrivere una nuova storia. Il risanamento dovrà essere la base per il rilancio di un'area che ha caratteristiche e infrastrutture per essere protagonista: siamo infatti alla vigilia di una nuova fase storica rappresentata dalla transizione energetica e dalla ricostruzione post-pandemia. Questa sentenza è una preziosa pietra miliare che non va intesa come la fine di un percorso ma, al contrario, come l'inizio di una nuova stagione produttiva. La nostra comunità chiede che Porto Torres venga rimessa al centro dell'agenda politica nazionale: è arrivato il momento di scrivere insieme una pagina di rilancio e riscatto».

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