La Nuova Sardegna

Sassari

Droga nel cantiere nautico il pm chiede sette condanne

di Luca Fiori
Droga nel cantiere nautico il pm chiede sette condanne

L’operazione del commissariato di Alghero aveva portato nel 2019 a 15 arresti Tra le persone finite in manette anche un poliziotto che avrebbe sviato le indagini

18 febbraio 2022
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SASSARI. Ad agosto di tre anni fa l’operazione del commissariato di polizia di Alghero aveva messo fine a un traffico di droga che secondo le accuse avrebbe coinvolto una quindicina di persone. Una rete di spacciatori di cocaina molto attiva ad Alghero, ma anche a Sassari e in alcuni centri dell’hinterland.

Tra le persone finite in manette anche un poliziotto che secondo le accuse avrebbe rivelato ad alcuni componenti della banda informazioni utili a evitare i controlli delle forze dell’ordine.

L’assistente capo, sospeso dal servizio, ha scelto di affrontare il processo con il rito ordinario. Ieri mattina per sette delle persone arrestate nel 2019 che hanno scelto invece il rito abbreviato sono arrivate le richieste di condanna da parte della Procura della Repubblica al giudice dell’udienza preliminare Gian Paolo Piana.

La pena più alta - quattro anni di reclusione - è stata chiesta dal pubblico ministero Beatrice Giovannetti per Corrado Usai, algherese di 59 anni, titolare di un centro di rimessaggio per imbarcazioni alla periferia di Alghero e per Gianni Canu, disoccupato algherese di 57 anni che secondo le accuse gestiva almeno una cinquantina di clienti fissi nella città catalana a cui consegnava la droga a qualsiasi ora del giorno e della notte. Entrambi sono difesi dall’avvocato Elias Vacca.

Tre anni e nove mesi di carcere sono stati chiesti per Giorgia Sechi, di 53 anni e tre anni e quattro mesi per Ivan Stefani, 29 anni, residente a Tissi, difesi entrambi dall’avvocato Nicola Lucchi. Tre anni e mezzo di reclusione sono stati sollecitati per Giuliano Porcu, 45 anni e infine tre anni per Matteo Ibba, 33 anni, e Antonio Emiliano Piras, 48 anni, difesi dagli avvocati Stefano Porcu ed Elias Vacca.

Secondo quanto accertato dagli investigatori algheresi, guidati dalla dirigente Claudia Gallo, Giovanni Canu si forniva da Corrado Usai che, a sua volta, si rivolgeva a un fornitore cagliaritano fermato a Porto Torres nel 2016 con quattro chili di cocaina. I componenti della banda prima degli arresti avevano capito che la polizia li stava controllando. Nelle ultime settimane prima del blitz sentivano il fiato sul collo delle forze dell’ordine e alla fine erano diventati paranoici. Le loro precauzioni non erano però state sufficienti perché gli investigatori del commissariato di Alghero avevano installato anche numerose telecamere e microspie nei luoghi di lavoro degli indagati.

La maggior parte degli incontri tra fornitori e spacciatori al dettaglio veniva filmata e registrata 24 ore su 24 dagli inquirenti. Una delle telecamere era stata installata all’interno dell’ufficio di Corrado Usai che in via Carrabuffas ad Alghero gestisce la Nautiservice, una rinomata rimessa per imbarcazioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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