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Steven Hunter si allena al palazzetto

Roberto Sanna
Hunter ieri al palazzetto
Hunter ieri al palazzetto

Il pivot ha alle spalle 9 stagioni nell’Nba ed è a Sassari per un provino di 2 giorni - FOTO

26 ottobre 2011
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SASSARI. Da un Hunter (Othello) a un altro Hunter (Steven) passando per Kito Benson. Potrebbe essere questo il percorso definitivo del Banco di Sardegna per la posizione di pivot: in attesa che si chiarisca la posizione di Benson, che il 31 ottobre ha la prima finestra dell'Nba-escape, la società biancoblù ha chiamato per un provino un veterano dell'Nba. La nota più divertente è che un'agenzia di scouting la scorsa estate quando Kito Benson è uscito dal college ha scritto di lui nella scheda: «Ha le potenzialità per diventare il nuovo Steven Hunter».

Le sirene di Atlanta.
I contatti tra Kito e gli Hawks sono ben più che una voce. Nel sito ufficiale dell'Nba il centro di Detroit è inserito nel roster della franchigia della Georgia. Magari è solo una questione formale perché si tratta dell'uomo scelto al secondo giro e non c'è il numero di maglia, probabilmente perché il giocatore non può avere contatti, ma può essere un segnale chiaro. Poi, è vero, il lockout è in questo momento l'attualità, sono state annullate altre gare e non è nemmeno detto che a Benson possa essere proposto un contratto garantito, in ogni caso il suo posto è là. E bisogna prenderne atto.

Vecchia quercia. Steven Hunter è uno che l'Nba l'ha fatta davvero. Nove stagioni, oltre 400 presenze, anni importanti a Philadelphia. Nato a Chicago, ha giocato nel college di De Paul. Alto 2,13 per 109 kg, è soprattutto uno specialista della difesa e nel 2001 è stato scelto col numero 15 assoluto dagli Orlando Magic. È passato nel 2004 a Phoenix e quindi ai Philadelphia 76ers dove ha vissuto le sue migliori stagioni. Poi è passato ai Denver Nuggets e ai Memphis Grizzlies, facendo però molta panchina. Nel 2010-2011, operato a un ginocchio per una pulizia dell'articolazione, è uscito dal grande giro Nba e ha lavorato da free agent a Minnesota con giocatori come Jerel McNeal e James Singleton. Non ha mai provato la carriera europea ma la scorsa stagione potrebbe averlo convinto a tentare la chance, vista anche la situazione dell'Nba che in questo momento è ben poco appetibile per veterani come lui. Per il Banco sarebbe un bel colpo ma in questi casi le prime cose da vedere sono le condizioni fisiche e atletiche. Nel senso che bisogna prima sincerarsi che l'intervento non abbia lasciato problemi e poi controllare che, in caso di firma, il giocatore possa andare immediatamente in campo e dare un contributo.

Il futuro. Una sola cosa è certa oggi: Kito Benson sarà il pivot del Banco di Sardegna anche domenica prossima nella partita con l'Ea7 Milano. La nota della società è stata chiarissima in questo senso. Quello che succederà dopo è in divenire. Nel senso che il 31 ottobre c'è la famosa finestra prevista dal contratto firmato dal pivot americano in estate e in ogni caso dopo la trasferta di Avellino il Banco effettuerà il turno di sosta e potrà comunque tirare le prime somme. Di sicuro la prima parte dell'avventura italiana di questo rookie non è stata molto produttiva, anche se il Banco ha vinto due partite su tre, una delle quali in trasferta, e ha perso solo a Cantù contro una squadra imbattuta in Italia e in Europa. I numeri sono positivi ma ci sono anche altre cose e l'inserimento di Kito Benson sembra un problema insormontabile, almeno in tempi brevi. Sia per caratteristiche tecniche, sia per un problema di impatto ambientale con una realtà totalmente nuova per un ragazzo di 23 anni alla prima esperienza fuori di casa e già conosciuto negli Usa per avere un carattere riservato. E se la situazione non dovesse andar bene a lui e nemmeno alla Dinamo, insomma, una soluzione alla fine potrebbe anche essere trovata.
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