La Nuova Sardegna

Sport

Il pugilato sardo piange Alberto Mura

Scomparso a 54 anni, ha lottato con coraggio contro la malattia

I funerali oggi a Porto Torres. Falcinelli presidente della Fpi: «Uno dei più bravi e valorosi tecnici e promoter»

23 ottobre 2012
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PORTO TORRES. Non è vero che se non ce la fai hai perso. A volte, nella battaglia più difficile, quella che vale la vita, può succedere che vinci anche se poi restano amarezza e dolore, perchè ci sono giudici che truccano il verdetto, o che hanno visto tutto un altro match. Chissà quante volte se l’è presa Alberto Mura, da pugile e da maestro. Ma mai ha protestato platealmente, ha insegnato che bisogna accettare il risultato e che c’è sempre una opportunità per rifarsi. Ecco, oggi che lui a 54 anni appena compiuti se n’è andato, resta quella lezione. Uguale per tutti, il ragazzino e il professionista, il dilettante e il campione. Ha combattutto Alberto e l’ha sfidata quella malattia subdola che si insinua ovunque. Sapeva che non era un match alla pari: l’ha cercata e guardata in faccia, l’ha studiata, e a un certo punto ha capito che forse poteva andare male. Ma l’ha detto subito che non si sarebbe arreso, che non avrebbe alzato le mani in alto, non un passo indietro. Perchè era un combattente, Alberto. Un maestro sino alla fine, all’ultimo secondo di quel gong che stavolta ha un suono stonato, che non ci piace. Ieri mattina, poco dopo le 8, quando è arrivata la notizia della morte in tanti non ci hanno creduto. Una reazione rabbiosa per cercare di cambiare la realtà, per ritrovare quel viso sorridente, quella stretta di mano ferrea che ti dava sicurezza. Per sperare che quel cuore grande potesse riportare Alberto in mezzo alla gente semplice alla quale era legato a doppio filo: come uomo di sport e come poliziotto che conosce la storia delle famiglie. Perchè gran parte di quei figli sono passati da lui. Una manata sulla spalla, una sgridata, un consiglio da padre-maestro, il più delle volte se ne usciva così. E le testimonianze di quei ragazzi diventati uomini che invadono il web, assumono oggi un significato ancora più forte. Alberto Mura ha guidato per anni il posto di polizia di Porto Torres, una gestione delle risorse umane che è stata vanto dei questori che si sono succeduti. Ma la sua vita era il pugilato: allievo di Mario Solinas, ha creato dal nulla il Boxing Club Porto Torres, è stato maestro e organizzatore tra i migliori d’Italia. Ieri il presidente della Fpi Franco Falcinelli ha detto: «Una notizia tremenda che ci lascia profondamente addolorati e senza parole. Alberto Mura è stato uno dei più bravi e valorosi tecnici e promoter del pugilato sardo». Oggi il funerale, alle 16, nella basilica di San Gavino: ci sarà tanta gente. Alberto lascia un grande vuoto e una eredità pesante a Porto Torres e alla Sardegna. L’impegno di tutti dovrà essere quello di non sprecarla mai. (g.b.)

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