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La lunga corsa di Andrea Atzeni da Nurri al trionfo alle Capannelle

La lunga corsa di Andrea Atzeni da Nurri al trionfo alle Capannelle

Il giovane fantino sulle orme dei grandissimi interpreti dell’ippica sarda è già fra i migliori jockey «Voglia di lottare e spirito di sacrificio, solo così si può cercare di competere a grandi livelli»

07 gennaio 2013
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VILLACIDRO. Il 2012 ha consacrato Andrea Atzeni come una stella di prima grandezza nell’Olimpo dell’ippica mondiale, riceve l’abbraccio del pubblico della sua terra a Villacidro e si commuove davanti all’entusiasmo che riesce a scatenare fra gli appassionati non appena si presenta al tondino per ricevere gli ordini dall’allenatore prima della corsa. Prima volta in assoluto in pista in Sardegna, dopo aver trionfato nei maggiori ippodromi d’Europa e del mondo. Atzeni è nato a Nurri il 26 marzo del 1991 e fin dall’infanzia ha un chiodo fisso, diventare un fantino.

Come inizia l’avventura verso il successo?

«Una passione grande verso i cavalli mi ha accompagnato fin da bambino. A 14 anni insieme al mio amico d’infanzia e paesano, Giovanni Atzeni, noto con il nomignolo di Tittia e che ha vinto diverse volte il Palio, parto per Siena. Lì monto a cavallo presso le scuderie di Gigi Bruschelli, detto Trecciolino, che oggi insidia il record di vittorie di Aceto, il quale intravvede in me delle doti».

Quanto tempo hai trascorso a Siena? –

«Ho lavorato a Siena per sei mesi, poi fui contattato dalla famiglia Botti. Una scuderia che ha fatto la storia del galoppo in Italia e ciò non poteva che entusiasmare un ragazzino come me. Ho dovuto aspettare i 15 anni per potermi trasferire a Milano e iniziare a lavorare nelle loro scuderie. Dopo 3 mesi di lavoro lì, mi fu proposto il trasferimento in Inghilterra nelle scuderie di Marco Botti a Newmarket, patria del cavallo e sogno di ogni allenatore».

Com’è stato il primo impatto con i maestri del galoppo?

«Inizialmente molto difficile. Ma non per l’alto livello qualitativo, quanto piuttosto per le difficoltà di ambientamento. Avevo solo 15 anni, e solo in una realtà totalmente nuova. Non conoscevo nessuno. Ho provato a superare fin da subito le selezioni per partecipare alla scuola per Allievi Fantini, ma non conoscevo bene l’inglese e il primo anno sono stato escluso. Ho continuato a lavorare, applicandomi deciso sullo studio della lingua e finalmente sono stato ammesso al corso».

Parte così l’avventura nel mondo del professionismo inglese? -

«Si, nel 2009, a 17 anni debutto a Newmarket in corsa per i Botti. Già nel primo anno ho raggiunto 30 vittorie e sono stato selezionato per uno stage negli Stati Uniti , a New Orleans. Rientrato in Inghilterra altre 50 vittorie. Poi arriva l’esperienza in Dubai che contribuisce molto alla mia formazione professionale e mi permette di confrontarmi con jockey di fama mondiale».

Andrea, non si bruciano le tappe in così breve tempo se non si è in possesso di numeri importanti .

«Questa è la mia vita, e arrivare a certi livelli di professionalità comporta un costante impegno, fatica, abnegazione e rinunce. Ogni giorno lavoro per migliorare, perfezionarmi, farmi trovare pronto anche per gli ingaggi più importanti».

Il 2012 ti consacra a livello internazionale.

«“Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno creduto in me, ma devo parte della svolta anche all’amico e collega Mirco Demuro che, impegnato in tournèe ad Hong Kong, mi ha segnalato per diversi contatti in Germania. Lì, a Baden Baden, sono andato a bersaglio in un Gruppo 3. Ho ben impressionato allenatori e proprietari al punto di darmi fiducia e dichiararmi partente in di Gruppo 1 a Roma Capannelle, vinta su Sortilege. Una gran soddisfazione vincere la prima corsa di Gruppo 1 in Italia. Ma vorrei sottolineare fortemente che quello che ho provato oggi a Villacidro è stato qualcosa di indescrivibile».

Tore Budroni

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