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Bocche da fuoco senza munizioni

di Roberto Muretto
Bocche da fuoco senza munizioni

Il Cagliari segna col contagocce e in trasferta (solo 6 gol) non vince da più di un anno

25 marzo 2014
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INVIATO A BOLOGNA. I numeri sono spietati e mettono a nudo i problemi. Il Cagliari non vince in trasferta da tredici mesi ed nelle gare giocate lontano dal Sant’Elia ha il peggior attacco del campionato: solo sei i gol realizzati. La sconfitta col Bologna è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ come aver provocato un incidente in un incrocio pericoloso ed avere avuto la peggio. Una salvezza che doveva essere raggiunta senza farsi venire il fiatone, rischia di complicarsi. A nove giornate dal termine i punti di vantaggio sulla terzultima si sono ridotti a cinque e le prossime due gare (mercoledì in casa col Verona, domenica a Torino con i granata), saranno fondamentali per evitare di vivere in apnea il finale di stagione.

Attacco in panne. Come si può leggere nella tabella pubblicata a fianco, il Cagliari, con 27 reti, ha fatto meglio solo di Catania, Chievo e Bologna. Troppo poco per mettersi al sicuro. Se poi si scende nel dettaglio, Pinilla, Sau, Ibarbo, Nenè e Ibraimi, cioè tutte le punte rossoblù, in 29 gare hanno realizzato, complessivamente, 17 reti. Se si considera che Immobile del Torino, da solo, è andato a bersaglio sedici volte, ecco spiegato il motivo per cui i granata hanno dieci punti in più del Cagliari. Il paragone non è casuale, considerato che si tratta di due squadre i cui valori tecnici si equivalgono. Se i sardi sono indietro uno dei motivi è rappresentato dalle polveri bagnate delle bocche da fuoco. La squadra concretizza pochissimo. Il rapporto tra occasioni create e gol fatti non supera il dieci per cento.

Sau non... ripete. Il bomber di Tonara ha concluso lo scorso campionato con 12 reti all'attivo, con una percentuale di tiri nello specchio della porta pari all'81%, la maggiore tra tutti i calciatori di Serie A che hanno effettuato almeno dieci conclusioni. Le cifre di quest’anno sono opposte, una metamorfosi dovuta anche ai problemi fisici che lo hanno spesso condizionato. Ha perso un po’ di rapidità nei movimenti ed è finito l’effetto sorpresa. Ora lo conoscono e le marcature sono più rigide. Ma è fuori discussione che da Sau è giusto aspettarsi di più.

Cartellino rosso. «Quando certe leggerezze le commettono i giocatori più esperti, il fastidio aumenta». Diego Lopez è stato chiarissimo dopo la gara di Bologna. Il tecnico del Cagliari non ha gradito l’ennesima espulsione evitabile. Dopo le due di Conti (costate complessivamente cinque turni), al Dall’Ara è arrivata quella di Dessena a partita conclusa. Contro il Verona oltre a quest’ultimo mancherà il capitano, regali che i rossoblù non possono permettersi di fare all’avversario di turno nel momento più importante del torneo. «Da qui alla fine giocheremo nove finali», ha detto ieri Davide Astori. «Dobbiamo metterci in testa che bisogna dare di più per restare in A». Un messaggio chiaro. Significa che nelle finali c’è bisogno di tutti e quei cartellini rossi gratuiti un po’ di imbarazzo lo stanno creando.

L’allenatore. «Non sono preoccupato. Abbiamo superato momenti peggiori di questo. Sono sicuro che reagiremo subito. Contro il Verona disputeremo una grande partita». Diego Lopez oggi ha tenuto a rapporto la squadra. Il mister fiuta il pericolo e ha chiesto a tutti uno sforzo supplementare per mettere prima possibile in cassaforte i punti che valgono la tranquillità. Il tecnico non corre rischi, anche se con un presidente come Massimo Cellino niente è scontato. Subito dopo la sconfitta di domenica, nella “pancia” dello stadio c’è stato un faccia a faccia tra Lopez e il patron. Una chiacchierata pacata, proseguita durante il viaggio di ritorno.

Quota salvezza. La terzultima ha 24 punti. Con nove gare da giocare, dovrebbero bastarne 36 per salvarsi. Se la quota fosse questa, al Cagliari ne mancano sette. Facile metterli insieme? In teoria sì, ma se non si fa gol diventa tutto più complicato. Battere il Verona, ultimamente la squadra guidata da Mandorlini è in caduta libera (proprio per questo bisogna diffidare), diventa un passaggio obbligato per non caricarsi sulle spalle un fardello pesantissimo.

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