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Gaffe sugli stranieri, monta la protesta contro Tavecchio

Gaffe sugli stranieri, monta la protesta contro Tavecchio

Politici e sportivi criticano il futuro presidente della Figc «Parole offensive e inaccettabili, faccia un passo indietro»

27 luglio 2014
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ROMA. «Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un altro. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che “Opti Poba” è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigre»«. Parole dette nel corso dell’Assemblea della Lega nazionale dilettanti dal candidato alla presidenza della Federcalcio Carlo Tavecchio e subito “ridimensionate” dallo stesso dirigente, che ha chiesto scusa per l’equivoco precisando che parlava di curriculum, hanno provocato reazione a catena sul web, con una protesta che è andata via via montando. Da una parte si ironizza con fotomontaggi e hastag, dall’altra si chiede allo stesso attuale presidente della Lnd di fare un passo indietro.

Sul versante politico, invece, oggi è soprattutto il Pd a chiedere al candidato di farsi da parte. «Il signor Tavecchio, candidato a ricoprire il ruolo di presidente della Federcalcio, dovrebbe ritirarsi dopo le sue indegne dichiarazioni», sono le parole di Roberto Morassut. «Se si vogliono ricoprire certi incarichi, che hanno anche un valore di rappresentanza nazionale e di relazione con il mondo, bisogna saper interpretare con dignità la propria funzione».

Anche Giovanna Melandri, ex ministro dello sport, prende le distanze: «La frasaccia di Tavecchio non onora lo sport e vanifica ogni sforzo per colpire razzismo. Fermatelo», scrive su Twitter. «Tavecchio non può fare il presidente della Figc. Sono state svuotate le curve e sospese partite, per parole così. Non avrebbe credibilità», sono le parole, sempre su Twitter, di Davide Faraone.

Chi cerca di mitigare è il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi che rispondendo ad alcuni tweet l’ha definita «una frase inaccettabile» che «non fa di una persona un razzista. La demagogia non è una buona medicina».

Le distanze le prende anche Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori: «Sono sconcerato da quella frase. Ho ricevuto decine di telefonate da calciatori italiani e stranieri, sono allibiti».

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