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Meo Sacchetti non si arrende: «Ci rivedremo al PalaBigi»

di Andrea Sini
Meo Sacchetti non si arrende: «Ci rivedremo al PalaBigi»

Il coach scuote il Banco: «Qualche segnale rispetto a domenica ma serve ben altro Dobbiamo ritrovare lo spirito di squadra che ci ha permesso di battere Milano»

17 giugno 2015
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INVIATO A REGGIO EMILIA. «Non finisce qui, ci rivedremo a Reggio». Meo Sacchetti prova a non buttarsi giù. Il coach sassarese si rifiuta di credere che quella vista in campo in queste prime due partite sia la stessa squadra che ha vinto una durissima serie contro Milano.

«C’è poco da dire – dice Sacchetti a fine gara –, abbiamo avuto un po’ più di energia dispetto al confronto di due sere fa, ma Reggio ha giocato una buonissima partita, migliore rispetto a quella di gara1. Per batterli avremmo dovuto fare molto di più ma non ci siamo riusciti».

Sul 2-0 per la Grissin Bon la serie si sposta a Sassari con la squadra di coach Menetti che a questo punto è nettamente favorita. «La serie non è chiusa – avverte l’allenatore della Dinamo –. Abbiamo subito sulla nostra pelle l’esperienza di Cantù di due stagioni fa, ora andiamo a casa nostra e dobbiamo cambiare marcia. Dobbiamo giocare meglio».

Il Banco ha avuto ancora una volta un atteggiamento estremamente molle. «Devo dire che ho visto un po’ di fuoco in più in qualche nostro giocatore. Non dico che l’abbiamo giocata, forse ci abbiamo provato ma è chiaro che per arrivare a fare almeno paura agli avversari devi fare molto di più. Le scelte iniziali? Non è più una questione di singoli, volevo di più da tutti. Shane è partito bene, ma non è un singolo che cambia una partita. Il singolo ti deve dare una mano ma serve ben altro. Non abbiamo avuto buone letture in attacco. Ad esempio di solito eseguiamo abbastanza bene il pick and roll, invece stavolta non abbiamo trovato neppure quello».

Cosa può cambiare per far svoltare la serie? «La differenza la può fare il nostro pubblico – dice Sacchetti –. La può fare sicuramente la rabbia, ma dobbiamo necessariamente giocare con ben altro fuore agonistico».

I problemi della Dinamo sono comunque partiti dalla difesa. «Quando in entrambe le partite subisci una cinquantina di punti nel primo tempo, poi si fa dura e non c’è molto da giocare. Il problema è che forse bisogna capire un po’ meglio come sono i playoff. Loro non ci hanno concesso un tiro facile da sotto, mentre noi li abbiamo fatti entrare sino al ferro. È un problema, di grinta, di voglia, e di voler spendere i falli senza contare quanti ne hai commesso. La nostra difesa non è quella degli ultimi tempi. Non siamo arrivati sino a qui con questo tipo di atteggiamento».

C’è anche un problema di benzina nelle gambe? «Può darsi, ma dove non arrivano le gambe ci devi arrivare con la voglia, devi raschiare il barile sino in fondo. Invece questo non è accaduto. Io so solo che dobbiamo continuare a crederci, so che i nostri giocatori possano tirare fuori qualcosa in più a livello di rabbia. Non posso credere che la squadra che ha giocato questi due primi tempi sia la stessa che si è guadagnata con le unghie e con i denti la finale scudetto».

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