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Lodde l’ha sparata grossa record del mondo e oro

di Mario Carta
Lodde l’ha sparata grossa record del mondo e oro

Il tiratore di Ozieri in Finlandia si è confermato fra i big internazionali dello skeet «Un exploit così lo sognavo da tempo. Ora due giorni di mare e di nuovo in gara»

24 agosto 2019
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SASSARI. Ieri notte il rientro ad Alghero, stanco ma strafelice. Adesso due giorni di mare con la sua Ozieri come base, giusto due giorni-due perché poi il 28 si torna di nuovo in gara, a inseguire piattelli e un altro sogno.

Luigi Lodde a Lathi in Finlandia, in Coppa del mondo, l’ha sparata grossa. Ha dominato lo skeet da par suo, ritrovando l’occhio che gli ha dato due partecipazioni olimpiche, Londra e Rio. E confermandosi fra i migliori specialisti a livello internazionale, caratura timbrata con il record del mondo. 125 piattelli volati e 125 piattelli abbattuti. Nel tiro a volo è il massimo, perché il record massimo si può solo eguagliare ma non superare. In alto dunque, come solo prima di lui un altro campione azzurro, Valerio Luchini, nel 2014.

Loddde, biologo per studi e Esercito per tesseramento, un po' lo sapeva. «Certo, l’aspettativa c'era, si gareggia sempre per fare bene e fare meglio ma il record del mondo... – racconta l’ozierese – non osavo tanto, a 39 anni. Ma la sensazione di un ritorno in grande c’era, e fare 125 su 125 per la prima volta in carriera mi riempie di orgoglio. Doppia soddisfazione con il record e la vittoria in Coppa del Mondo. Anzi, tripla, perché non è stato facile spuntarla nel testa a testa di spareggio con il francese Delaunay».

Due volte campione europeo, due partecipazioni olimpiche, e dopo Rio Lodde aveva manifestato l’intenzione di dedicarsi all’insegnamento. Invece guarda un po’ che prestazione sfodera. «Sì – conferma –, l’idea di allenare c’era e c’è ancora, anche perché la Nazionale italiana ha tanti campioni e tanti nuovi talenti che avanzano e meritano un posto in azzurro. Per me è normale pensare a un’evoluzione, a uno step successivo. Sono consapevole di essere un tiratore forte ma so anche che non sono l’unico, in un’Italia che ha grandissima tradizione per cui il pensiero di allenare resiste tuttora, anche se la mia disciplina ti consente di emergere anche se non sei più un ragazzino. Ci sono tanti azzurri che fanno 123 e 124 ma il mio non era un darmi per vinto, e infattti...»

Però il sogno della terza olimpiade consecutiva resterà un sogno. «Sì – spiega ancora Luigi Lodde –, perché le due card che spettano all’Italia per Tokyo sono state già assegnate. C’è il campione in carica Rossetti e c’è il campione europeo Filippetti, che aveva dovuto rinunciare a Rio lasciando il posto a me. Questa volta non accadrà, le possibilità sono veramente ridottissime». Ma Luigi Lodde continuerà a sparare, e lo farà sempre ad altissimo livello. Sempre con Maria a fianco, la sua paziente compagna. E’ lei, insieme allo staff della Nazionale, che Lodde ha ringraziato dopo la vittoria e il record del mondo «perché mi sopporta e mi supporta, anche negli allenamenti – ha detto– , rinunciando ai suoi momenti liberi dal lavoro» E Maria sorride, e conferma. «E’ vero, lo accompagno da anni in tutte le gare, e lo faccio da quando non era un atleta di così alto livello. Il nostro è stato un evolversi parallelo e insieme come coppia e come atleta, e magari gli faccio da... cassa di risonanza». Fondamentale, in uno sport fatto di delicati equilibri emotivi, avere a fianco... «una roccia come me – conclude Maria –. Sono di Orgosolo, per smuovermi ce ne vuole, altro che tempeste emotive. Dopo due olimpiadi, poi, sono preparata a tutto, a prescindere da come vadano le cose». E le “cose”, adesso per la coppia Lodde sono un primato del mondo e un oro mondiale. Cose belle.

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