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L’Olbia arranca Va curata l’anemia di gol

OLBIA. «Dobbiamo iniziare a fare punti pesanti perché le giornate scorrono»: prima che lo dicano gli altri, l’Olbia se lo dice da sola. Le parole sono dell’allenatore in seconda Luca Raineri - poco...

12 novembre 2019
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OLBIA. «Dobbiamo iniziare a fare punti pesanti perché le giornate scorrono»: prima che lo dicano gli altri, l’Olbia se lo dice da sola. Le parole sono dell’allenatore in seconda Luca Raineri - poco dopo la fine della gara con l’Arezzo - che domenica sedeva sulla panchina al posto dello squalificato Filippi.

«Se qualcosa può andar male, lo farà»: la grande legge di Murphy in serie C ha preso casa dalle parti di Olbia, e così dopo i quattro pareggi di fila e dei segnali positivi che facevano pensare a un ulteriore passo in avanti, il risultato è stato invece una brusca fermata. Un’altra sconfitta, che frena quel briciolo di risultato positivo – un punto a partita – che l’Olbia stava racimolando. La classifica torna a fermarsi, e tocca fare di nuovo il punto della situazione.

Anche perché stavolta non c’è bel gioco che possa salvare i bianchi. In svantaggio di due reti, l’Olbia riuscirà ad accorciare la distanza – con un’altra bella punizione di La Rosa – ma non a rimettere in equilibrio la partita. «Abbiamo completamente sbagliato approccio»: il mea culpa lo fa Lella. Il centrocampista: «Nel secondo tempo siamo andati meglio, poi nel finale non sono riuscito a centrare lo specchio della porta nella ribattuta di Daga (l’occasione che avrebbe potuto portare il quinto pareggio)». Chiara la risposta su cosa sia mancato: «L'essere più pericolosi negli ultimi venti metri».

Una frase che apre a riflessioni più sul piano dei numeri che del gioco. Se è vero che Filippi si serve molto della corsa dei suoi terminali offensivi, è anche vero che i gol sinora arrivati sono abbastanza pochi se paragonati al valore dei giocatori chiamati in causa: 15, praticamente uno a partita. L’Olbia ha cercato di fare della sua forza la varietà dei marcatori – otto quelli andati già a segno. L’apporto dei centrocampisti è un’arma in più (Biancu e Pennington 2 reti, Lella 1). Ma forse gli appena 5 accumulati da Ogunseye, Parigi e Doratiotto (tre solo del primo) sono un magro bottino. Da qui potrebbe ripartire l’Olbia, da una costruzione di gioco che, tolte alcune gare, supera la sufficienza, ma a dispetto di una fase di finalizzazione che non ha mai troppo convinto.

Paolo Ardovino

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