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Joao Pedro felice: "A Cagliari mi sento come a casa"

Joao Pedro felice: "A Cagliari mi sento come a casa"

Il brasiliano già a 11 gol: "Aver segnato più di Ronaldo mi fa capire che sto facendo qualcosa di speciale"

27 dicembre 2019
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CAGLIARI. «Qui mi sento a casa mia, è una terra che mi appassiona con un clima tropicale che mi ricorda il Brasile: non c'è il freddo del nord Italia». Parlando con alcuni "media" del suo paese, il brasiliano del Cagliari Joao Pedro dichiara il proprio amore per quella Sardegna che ormai è la sua terra d'adozione. «Sono sei anni che sto qui - dice ancora Joao Pedro -, mia moglie Alessandra è italiana e ormai parlo la lingua come uno di qui, e capisco tutto. Sono in un'isola, staccata dal continente, dove si vive e si respira calcio, perché non ci sono altre squadre importanti. Chi nasce o vive qui tifa Cagliari. Ora c'è il centenario del club e noi stiamo tentando di rifare la storia».

L'allusione è a quanto successo 50 anni fa, lo storico scudetto del Cagliari, visto che Joao Pedro conosce la storia del club. «Giocava qui un personaggio unico - racconta il brasiliano -, del quale la gente parla ancora oggi: Gigi Riva. È stato il più grande bomber non solo del Cagliari ma del calcio italiano e pur non essendo sardo di nascita vive tuttora qui. Quando ho raggiunto il traguardo dei 10 gol in 15 partite come fece lui ho pensato che Riva ci riuscì nell'anno dello scudetto e che adesso io stavo entrando in qualche modo fra le 'figure' del club».

Poi l'ex nazionale del Brasile under 20 del 2011 (con lui c'era Neymar) spiega un altro motivo per cui ama la Sardegna: «all'inizio del 2018 risultai positivo a un test - ricorda - e quando il tuo nome viene associato al doping è una cosa che fa molto male. Sono andato a studiare tanti casi del passato e ho visto che spesso è stata colpa dei dottori, e comunque di terze persone. Ancoraa oggi mi è difficile mandare giù una cosa del genere. Ma la cosa che più mi ha colpito è che in quel periodo ho sentito l'abbraccio della città: c'erano bambini di dieci anni e signore di 80 che mi fermavano per dirmi che mi credevano e che avevano fiducia in me. Questo mi ha emozionato molto, non lo dimentico, e posso solo ringraziare questa gente».

Lo fa anche con i suoi gol: «e la sensazione di stare davanti a Cristiano Ronaldo nella classifica dei marcatori - dice - mi fa capire che sto facendo qualcosa d'importante. E anche tanta fiducia: segnare in Italia è più difficile che in altri campionati, c'è molto tatticismo ed è difficile giocare contro le difese italiane: lo dimostra proprio Ronaldo, che in Spagna faceva 40 gol e qui arriva a 25».

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