La Nuova Sardegna

La poliedricità di Antoni Simon Mossa

La poliedricità di Antoni Simon Mossa

Domani a Nuoro un convegno e una mostra dedicati alla figura dell’architetto

27 ottobre 2017
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NUORO. Domani alle 19 nella sede del Museo del Costume, in via Mereu 56 a Nuoro, l’Istituto superiore regionale etnografico inaugura la mostra dal titolo “Antoni Simon Mossa, tra modernità e tradizione”. L’apertura al pubblico dell’esposizione, curata e promossa dall’Isre, dall’associazione Mastros e dalla Società Umanitaria Cineteca Sarda, sarà preceduta da un convegno sulla figura del grande intellettuale che avrà luogo dalle ore 15.30 all’auditorium del Museo del Costume. L’esposizione rimarrà aperta sino al 26 novembre 2017.

Antoni Simon Mossa (1916 -1971), cineasta, scrittore, politico e architetto, costituisce una delle figure più poliedriche e complesse della Sardegna nella seconda metà del Novecento. «Il suo animo curioso di esploratore – spiegano gli organizzatori della mostra – lo porta a indagare il visibile attraverso il filtro della cinepresa che rivela la relazione intima che esiste tra uomo e luoghi di appartenenza. La sua professione di architetto esplora il difficile equilibrio tra i linguaggi del moderno e della tradizione, in una continua tensione che ricerca la “misura” come strumento della relazione tra uomo e spazi dell’abitare. La sua pulsione politica lo porta a una profonda riflessione sui destini di una Sardegna che si trova nel momento storico dell’ingresso nella modernità».

Nella mostra sono presenti i disegni originali dei progetti che raccontano i passaggi e le intersezioni tra i primi anni della scuola razionalista e il periodo successivo in cui – a partire dal progetto del Museo del Costume di Nùoro – la tradizione e la modernità coesistono nel sincretismo di un nuovo linguaggio mediterraneo. «Il ventre dell’architetto, sezione cinematografica della mostra, è un’ulteriore tappa del viaggio di studio e di ricerca sui rapporti tra Antoni Simon Mossa e il cinema. Lettere, bozzetti, sceneggiature, foto, appunti di regia e un poderoso manuale, che oggi permettono di riscrivere una pagina importante della storia del cinema della Sardegna».

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