La Nuova Sardegna

Gabriella Contini, il pensiero critico come passione

Costantino Cossu
Una bella immagine di Gabriella Contini con una nipotina e l'amato cane Drusa
Una bella immagine di Gabriella Contini con una nipotina e l'amato cane Drusa

Si è spenta all'età di 88 anni la docente sassarese studiosa della letteratura italiana del '900

03 gennaio 2022
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SASSARI. Sassari ebbe (non usiamo a caso il passato remoto) una borghesia colta, laica e progressista che per una fase storica non breve giocò un ruolo importante nella vita della città. Gabriella Contini, che ci ha lasciati l'altro ieri quando stava per compiere 89 anni (era nata il 20 gennaio del 1933), è stata una delle ultime voci di quel mondo. Un mondo in cui rigore etico e impegno civile si accompagnavano con l'amore forte per la cultura in tutti i suoi aspetti. Compagna di Aldo Contini, una delle presenze più importanti della scena artistica isolana e non solo, Gabriella Contini ha insegnato per molti anni al liceo "Spano" di Sassari, per passare poi alla docenza universitaria nell'ateneo di Siena. E' stata una studiosa importante di Italo Svevo, di cui (ultima sua fatica) ha curato nel 2014 la riedizione della "Coscienza di Zeno" negli Oscar Mondadori. Svevo, l'autore italiano che per primo ha fatto i conti con la crisi di senso che, sul crinale tra Ottocento e Novecento, la cultura borghese affrontava in un decisivo passaggio epocale. Iniziava, con l'avvento della società di massa, un processo storico che avrebbe portato all'eclissi del ruolo degli intellettuali e della loro funzione di mediazione. Per tutto il Novecento la cultura borghese ha cercato vie di uscita dal vicolo cieco, tra chiusure e regressioni di varia natura e fede in un orizzonte rivoluzionario.

Gli echi estremi di questa crisi risuonano, crudi sino alla ferocia, nelle pagine di un altro grande scrittore che Gabriella Contini amava: Salvatore Mannuzzu. La fermezza dello sguardo mannuzziano, il tenersi alla parola scritta come unico antidoto rimasto di fronte a un'umanità senza più niente di umano, erano gli stessi di Gabriella Contini. Della quale abbiamo imparato a conoscere, nei lunghi anni di collaborazione con le pagine di Cultura della Nuova Sardegna, insieme con la serietà inflessibilmente esercita nel giudizio anche la sottile ironia, un senso dell'humour sapientemente impiegato a smascherare ipocrisie e vuote supponenze. Per chi fa il mestiere del giornalismo (specie del giornalismo culturale) apporti della qualità di quelli di cui era capace Gabriella Contini sono preziosissimi, ma purtroppo ormai rari. Per il suo essere stata sempre ferma alle ragioni del pensiero critico contro il devastante degrado etico e intellettuale che segna il presente, Gabriella rappresenta per noi l'irrinunciabile attualità dell'inattuale.

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